Buona Nuit Débout a tutti

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Buona Nuit Débout a tutti

Buona Nuit Débout a tutti. In Francia si ribellano alla riforma del lavoro. Anche lì hanno il loro temibile jobs act ma lo chiamano loi travail perché ci tengono a usare e rispettare la lingua nazionale. Da oltre un mese gruppi di manifestanti senza una precisa connotazione politica trascorrono le notti in Place de la République, e durante ogni Nuit Débout (notte in piedi) parlano e discutono di lavoro, di politica estera, del governo, del liberismo, dei diritti LGBT, del TTIP, di tutto un po’. Noi abbiamo le sentinelle in piedi, in Francia in piedi ci stanno i giovani dei centri sociali, i disoccupati, gli studenti, gli intellettuali, anche i sindacalisti. Hanno una radio, che pare riceva il sostegno dell’unione europea, un sostegno defilato e molto prudente. Oltre a organizzare manifestazioni di protesta i partecipanti alle Nuit Débout fanno anche altro: di giorno qualche volta i più duri assaltano banche, uffici, incendiano automobili, lanciano oggetti contro la polizia che a sua volta risponde coi lacrimogeni.

Nulla di preoccupante, è tutto sotto controllo, e lo dice Thierry Meyssan. Meyssan non è uno qualunque, è un noto attivista politico francese che ha sempre lottato per i diritti degli omosessuali, è un giornalista e scrittore di controversi saggi, uno dei quali è diventato un best seller tradotto in 27 lingue. Meyssan ha creato Réseau Voltaire International, una rete di informazione non allineata specializzata nelle analisi delle relazioni internazionali. Secondo il suo resoconto, Nuit Débout e altri movimenti di protesta che attualmente si stanno formando in Spagna come in Germania, sono controllati e manipolati da Gene Sharp, un mago della protesta nonviolenta, un esperto di rivoluzioni pilotate, un uomo che per conto della CIA ha gestito le primavere arabe, Piazza Tahrir, Gezi Park e molto altro. La sua azione è riconoscibile per avere alcuni caratteri distintivi: il simbolo del pugno chiuso, per esempio, è sempre presente perché aggrega. A partire dal 2000 non ci sarebbe al mondo un teatro di rivolta – dal Venezuela passando per la Serbia fino a Parigi –  che non contempli la presenza di Sharp e dei membri del Centre For Applied Nonviolent Action and Strategies, il CANVAS. Il genio e l’esperienza di Sharp servono a convogliare le ribellioni verso una direzione precisa: la sua équipe interviene per gestire cambi di regime oppure per sedare, incanalare e neutralizzare opposizioni e ribellioni che altrimenti provocherebbero destabilizzazioni indesiderate. Insomma, non bastava che la politica fosse un teatro, Meyssan rivela o conferma che le proteste sono farlocche, alla faccia dei fessacchiotti che vi partecipano e che credono di poter incidere autonomamente sulla storia interferendo nelle decisioni prese dall’alto.

In Europa non si respira certo un’aria di distensione, i focolai di protesta aumentano, così come aumenta la sfiducia. Dal punto di vista politico da destra a sinistra è tutto un fiorire di partiti all’opposizione, tanto per offrire una certa scelta ai cittadini, eppure i risultati elettorali non sortiscono mai mutamenti significativi. Tra Syriza e la destra austriaca non si notano differenze che non siano meramente formali: la sostanza rimane invariata. In Austria i primi a chiudere le frontiere sono stati i socialisti, e in Grecia Tsipras ha riproposto le stesse politiche dei suoi predecessori. Da noi i più vivaci oppositori del governo sono il M5S e la Lega, e se non ci fossero sarebbe uguale: i pentastellati stanno seduti sullo scoglio dell’onestà in mezzo al mare della corruzione ma non cambiano una virgola del panorama, e la Lega più che altro si occupa di comunicazione, avvalendosi di un leader che è un divo incontrastato: passa più tempo lui in televisione che Renzi, Selvaggia Lucarelli, Vespa, Scanzi e Travaglio messi insieme. Più le opposizioni fanno rumore, più i cittadini italiani si calmano. Nel resto del continente la situazione è meno soporifera e c’è una maggiore spinta all’antagonismo e alla protesta che viene dal basso, ma dovunque i governi funzionano esattamente come vuole la Commissione europea, che a sua volta obbedisce agli ordini di poteri molto più forti. Tra i portavoce di tali poteri figurano anche le agenzie di rating statunitensi: una di esse ci chiese alcuni anni fa di aggiornare le nostre Costituzioni, considerate vecchie e troppo intrise del pensiero socialista, roba del secolo scorso che adesso non va più. Non c’è un premier che non si dia da fare per aggiornarsi e diventare veramente moderno ed efficiente seguendo i consigli dei “saggi”: mentre deparlamentarizzano, sono tutti impegnati a tagliare salari, spesa pubblica, diritti, pensioni. Tagliano persino l’immateriale e l’invisibile: le idee critiche, il senso e l’utilità di una scheda elettorale, di un referendum. L’illibertà di fondo delle società cosiddette libere sembra essere una costante: tutto il potenziale di spontaneità delle masse non deve essere represso necessariamente con i manganelli, è più utile e razionale lasciare che esso trovi occasioni di sfogo, a patto che siano controllate da mediatori. Buona nuit débout a tutti.

 

Fonte per la prima parte dell’articolo: http://www.voltairenet.org/article191181.html#nb5

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