Ius Soli perché gli immigrati votino per il governo che ha venduto gli italiani

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Ius Soli perché gli immigrati votino per il governo che ha venduto gli italiani

 

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Colpevolizzare i cittadini per tutto ciò che manca – dal welfare al lavoro – è un gioco molto sporco che i media stanno giocando già da tempo. Ultimamente lo fanno sempre più spesso e calcano ogni giorno di più la mano. Mi è capitato di leggere sul Corriere della Sera un articolo firmato da Dario Di Vico che mi ha lasciata di stucco. L’articolo spiega che il professor Beltrametti ha effettuato uno studio per conto della Cariplo, studio atto a dimostrare la necessità ormai impellente di mettere in circolazione il denaro congelato dagli anziani nei beni immobili. In pratica Beltrametti spiega che gli anziani proprietari delle case in cui abitano a conti fatti non potrebbero permettersi questo lusso a causa delle tasse e dell’esiguità delle pensioni percepite, inoltre molti di essi non hanno figli a cui lasciare eredità, dunque tanto varrebbe convincerli a rinunciare alla proprietà immobiliare a favore dei loro nipoti ben prima di morire. Vi sono molti strumenti giuridici e finanziari specializzati per compiere l’operazione: la nuda proprietà e la cartolarizzazione dei prestiti vitalizi sono adatti allo scopo, e Beltrametti suggerisce l’opportunità di informare i vecchi in maniera esaustiva nonché di supportarli psicologicamente qualora non volessero cedere. Chi si occuperebbe di loro? Associazioni non profit, le Ong, (ci avreste giurato, vero? Anch’io) che verrebbero mobilitate per la consulenza, per un’informazione corretta e per il sostegno di carattere psicologico.

Ai giovani è stato letteralmente impedito di immaginare un futuro: il lavoro è stato fortemente e spregiudicatamente precarizzato, la possibilità di licenziare è stata potenziata, l’emigrazione è diventata obbligatoria per chiunque con non pochi sacrifici abbia studiato e desideri svolgere attività inerenti al settore prescelto. Le donne madri si dimettono dal lavoro (il 75%) perché non possono conciliare la vita domestica con quella lavorativa. Ogni italiano – a ragione – ha di che rivendicare, lamentarsi e soffrire. Il principio della sottomissione agli interessi del capitale non si fonda più sull’adunata come durante il ventennio fascista bensì sulla parcellizzazione. I cittadini – isolati gli uni dagli altri – come in un formicaio contribuiscono coi loro sacrifici a far funzionare un ingranaggio che gli sfugge, che non gli pare razionale né giusto, percependo sempre meno vantaggi e sopportando sempre più svantaggi. Il caso limite dei terremotati del centro Italia dimostra quanto poco si faccia per restituire una vita dignitosa perfino a chi ha perduto affetti e beni materiali.

Il benessere degli italiani dunque non è mai stato una priorità per chi ci governa. Ci governa una classe impiegatizia al servizio della finanza, cosa dovremmo sperare? In questo quadro tutto il fervore che i dem spendono per la causa dello Ius Soli puzza lontano un miglio di forti motivazioni opportunistiche. Non serve all’integrazione, e non c’è bisogno di ricordare che l’integrazione delle seconde generazioni di immigrati è stata un totale fallimento dovunque. Non serve a riempire vuoti nel mercato del lavoro, e non c’è bisogno di ricordare che anche gli italiani svolgono mestieri pesanti, non qualificati, non sicuri e sottopagati. Non serve a rimpinguare le casse dello Stato, e non c’è bisogno di ricordare che gli immigrati vegono utilizzati esattamente come gli italiani indigenti, quindi lavorano quando capita, difficilmente hanno un posto fisso e anche se ce l’hanno molto raramente si arricchiscono. Questo significa pochi contributi versati e maggior tassazione per compensare. Non è neppure una questione etica, anche se la si fa passare per tale tacciando di xenofobia i contrari. Abbiamo da molti anni gli immigrati nel nostro paese e per assicurar loro dei diritti non c’è stato alcun bisogno dello Ius Soli. Chi – possedendo i requisiti necessari – ha fatto domanda per ottenere la cittadinanza italiana l’ha ottenuta. Conosco personalmente alcuni africani che oggi sono cittadini italiani, e un dominicano con la doppia cittadinanza che da qualche anno ha scelto di ritornare al suo paese.

Che cosa determina tanta foga per l’approvazione dello Ius Soli, che consentirebbe a chi arrivasse in Italia di ottenere la cittadinanza dopo 5 anni di permanenza? L’interesse. Solo l’interesse. Ius Soli incentiverà gli stranieri a voler venire in Italia e faciliterà l’abbassamento ulteriore del costo del lavoro, conseguentemente anche l’abbassamento della qualità dell’offerta. Un numero crescente di cittadini stranieri che diventano italiani serve ad assicurarsi per il futuro prossimo un maggior numero di elettori dem, il rimpiazzo dell’astensionismo nonché un maggior numero di cittadini poco o per niente informati sulle vicende politiche del paese, quindi cittadini facilmente indirizzabili. L’utilità del voto degli immigrati – pensiero strisciante che non doveva essere preso in considerazione – è stata confermata da Eugenio Scalfari su La Repubblica: Scalfari non si tiene mai un cece in bocca ed è per questo che vale sempre la pena di leggere i suoi illuminanti editoriali. Infine vi è la necessità di far crescere la natalità, visto che gli italiani non fanno più figli (e non perché non amino i bambini). Gli stranieri immigrati non hanno pretese – per adesso  – e non li spaventa l’idea di formare famiglia con uno stipendio basso. Si vuole ottenere un aumento demografico impoverendo i cittadini autoctoni e gli immigrati e non già favorendo politiche a tutela della famiglia e delle madri lavoratrici, non già rinunciando all’austerità, non già ripristinando lo stato sociale.

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