Conti in rosso per Scuola Holden

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Conti in rosso per Scuola Holden

Scuola Holden risente della crisi. C’è chi gongola per questo perché non ama le scuole di scrittura e non ama neanche Baricco. Non si dovrebbe mai gioire dei problemi altrui, e non si può essere contenti se un luogo dove si fa cultura rischia di chiudere i battenti.

Conti in rosso per Scuola Holden. Molto più che lo scorso anno. La città di Torino aveva acquisito anni fa l’ex Arsenale e Caserma Cavalli – in disuso da trent’anni –  con un accordo tra il demanio e il ministero per i beni culturali. In seguito la struttura venne data in concessione alla Scuola Holden, Storytelling and Performing Arts perché la valorizzasse. Nel settembre 2013 l’ex artiglieria divenne un luogo per l’ispirazione e il sapere. Le cose ora vanno male. Dovremmo dispiacerci per questo. Dovremmo perché Scuola Holden è una fucina di idee e di cultura, rappresenta un’opportunità per molti – ragazzi e adulti – di sviluppare o arricchire creatività e pensiero.

A chi non crede che si possa diventare scrittori a scuola va ricordato che non è detto che chi frequenti Scuola Holden voglia diventare per forza uno scrittore. Imparare a raccontare storie, imparare ad utilizzare le tecniche dello storytelling serve a scrivere meglio se c’è la base del talento, ma serve anche – per esempio –  agli sceneggiatori, ai giornalisti, ai pubblicitari, alle aziende, agli oratori, agli insegnanti. Negli Stati Uniti una scuola come quella di Baricco sarebbe osannata, e non si può dire che gli americani non ci regalino Letteratura e Scrittori con le maiuscole. A dirla tutta, è lì che ancora si sperimenta con la scrittura ed è lì che nascono nuove idee, qui da noi è un mortorio.

Baricco è stato ed è ancora un innovatore, e quando tiene una delle sue lezioni in cui è capace di accostamenti tanto impensabili quanto arditi è difficile non ascoltarlo rapiti. Non è un vero scrittore, d’accordo, lo sa anche lui. Se qualcuno però ricorda Barnum e se ce l’ha sugli scaffali della libreria dia un’occhiata a quella raccolta di articoli. Come scrive Baricco della musica lirica e del melodramma ce ne sono pochissimi, davvero. Come riesce Baricco a far capire la voce di Callas ai profani ce ne sono pochissimi. E quando racconta le torri gemelle in fiamme riesce a non dire nulla di scontato e di prevedibile.

Sono parecchi quelli che hanno piacere di criticare Alessandro Baricco: non considerandolo uno scrittore mal sopportano il suo successo, non amando le scuole di scrittura non digeriscono l’idea che ci siano un sacco di persone che “ci cascano” e che frequentano i suoi corsi.  Il vero motivo che in queste ore probabilmente fa gongolare i detrattori, è il legame di Baricco con Renzi e con Farinetti. La pregiudiziale “politica” in senso lato ha il suo peso di fronte a questa triade. Bisogna ammettere che quando Baricco auspicava che Farinetti ricevesse l’incarico di risollevare le sorti di Pompei s’è tremato parecchio: e se al governo qualcuno lo avesse preso sul serio? Il rischio c’era. Comprendiamo che l’amicizia rende ciechi, come l’amore, e comprendiamo anche che Farinetti, con Eataly, è azionista di Scuola Holden al 25%, ma non si può pensare che in Italia vi siano solo due o tre persone in grado di occuparsi di qualsiasi cosa.

Bisogna sperare, tutti, che la Scuola Holden possa andare avanti superando le difficoltà finanziarie. Merita senz’altro di continuare il suo lavoro e di migliorarsi ancora, magari con delle sorprese che neanche immaginiamo. Chi si occupa di “abbellire” e potenziare il capitale umano attraverso la cultura va sorretto. Sempre. Quanto alle discussioni intorno alla questione degli aiuti e del sostegno da parte delle banche solo poche parole: in piena deflazione e di fronte a centinaia di piccole aziende costrette a chiudere c’è chi si lascia tentare dalla malevolenza e punta il dito contro coloro che trovano sempre chi gli offre una mano. E’ incomprensibile questa logica del tanto peggio tanto meglio, crolliamo noi e allora crollino pure i più forti.

Viene in mente il caso dell’ Harry’s Bar di Venezia, uno dei più prestigiosi ristoranti del mondo. E’ andato in rosso per molto tempo e puntualmente riceveva l’appoggio delle banche. Harry’s Bar è una parte fondamentale della storia di Venezia, è cultura, è memoria, il suo valore non è misurabile in termini meramente economici. Nel 2013 ha cominciato a rivedere spiragli di ripresa. Mettiamola così anche per Scuola Holden: che piaccia o meno è un fiore all’occhiello per Torino e non solo, è un posto in cui si possono godere quelle che Proust chiamava “le gioie dell’intelligenza”. Non facciamo in modo che la crisi ci renda sempre grevi e arrabbiati.

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