Abbiamo il petrolio

Share

 

Abbiamo il petrolio

Il governo va controcorrente, l’Italia va controcorrente, sceglie cementificazione e imquinamento come fosse un paese del terzo mondo.

Abbiamo il petrolio in Basilicata e in Sicilia, abbiamo il gas. Renzi ha annunciato che lui lo farà estrarre, vada come deve andare. Proprio così. Lui è modernissimo, i tempi li precorre, le tendenze le anticipa, ha il fiuto per le innovazioni. Evidentemente non è sufficiente che in Sicilia si trivelli dagli anni sessanta e che la Basilicata  possa già  vantare lo sfruttamento di 60mila ettari di terreni da cui ENI ed altre compagnie petrolifere estraggono petrolio e gas, quindi arricchiscono il territorio di monossido di carbonio, ossidi di azoto e anidride solforosa. Naturalmente non si salvano neppure le falde acquifere: il problema dello smaltimento dei reflui non è cosa di poco conto. Lavoro per i lucani? Glielo avevano promesso, ma le trivellazioni non hanno portato né occupazione né benefici. La regione era povera e povera è rimasta. Adesso si dice che l’incremento delle estrazioni garantirebbe 25mila posti di lavoro e cospicui incassi per lo Stato. E’ tutto da dimostrare. Renzi intende scavalcare la discrezionalità e l’autonomia delle regioni e imporre sia le ricerche di nuovi giacimenti che l’installazione di nuovi impianti. Se perde qualche voto non gli interessa, ha detto. Con questa dichiarazione dimostra ancora una volta di voler dirigere il paese senza dialogare con nessuno, senza tenere mai conto della volontà dei cittadini nè delle conseguenze di certe scelte. E’ più aziendalista, pragmatico e determinato di Berlusconi. I cittadini non sono dipendenti, ed è inconcepibile che faccia  riferimento a loro soltanto in termini di consenso o di dissenso elettorale.

Almeno lo Stato ci sta guadagnando dalle trivellazioni già in atto? Poco, molto poco. Le compagnie non sempre pagano le royalties: in teoria devono pagare una percentuale del 10% per il petrolio e del 7% per il gas estratto in mare, ma se dichiarano di non superare una certa soglia di raccolta stabilita per decreto non devono sborsare neppure un centesimo. Questo spiega perché per le compagnie straniere venire qui a trivellare è molto conveniente. La Basilicata attualmente produce tantissimo petrolio, il 70% di tutto il territorio nazionale, ed è al quarto posto in Europa con i suoi 5 milioni di barili ma si calcola che sarebbe in grado di produrne addirittura un miliardo. I lucani non sono affatto soddisfatti, fino a ora non sono mai stati interpellati né ascoltati quando hanno chiesto maggiori sicurezze per la salute e garanzie per il territorio. Del resto nel nostro paese se qualcuno parla di salvaguardia dell’ambiente o della salute pubblica gli si ride in faccia. La domanda è: Renzi che altro vuole fare in Sicilia, in Basilicata e in Emilia Romagna? Non è sufficiente quel che già si sta facendo? Dove vogliamo arrivare? Oltre il Texas? Roba da anni ’50, del tutto controcorrente.

 

 

 

Share
Precedente Il sacro è morto Successivo Te spiezo in due