Le aperture della Chiesa a nuovi modelli

Share

Le aperture della Chiesa a nuovi modelli di società garantiscono una continuità e danno forza all’istituzione religiosa però difficilmente generano reali mutamenti .La religione sostiene ed accresce la coesione di una società, garantisce la stabilità e il mantenimento di un certo ordine sociale, anche in tempi di secolarizzazione accentuata come i nostri. Lo fa quotidianamente in maniera latente e costante, e lo fa eccezionalmente attraverso riti che assumono un’importante funzione di coesione e di rafforzamento della fede. Un esempio di rito eccezionale è dato dalla recentissima canonizzazione di due papi: fenomeno mediatico e fenomeno religioso si intrecciano, razionalità e irrazionalità si confondono, il risultato è il maggior vigore della coesione.

La grande forza coesiva della religione si traduce spesso in una legittimazione dello status quo che inibisce ribellioni e tensioni. Solitamente i fedeli rappresentano la parte più conservatrice della società perché per loro il rispetto per certe regole e certe convinzioni è strettamente correlato alla dimensione del sacro. Questo aspetto è particolarmente evidente quando Stato e credo si identificano completamente. Nel caso della Chiesa cattolica, se la società si evolve in risposta ai cambiamenti e ai nuovi modelli che richiedono legittimità, la Chiesa da un lato si apre a tali cambiamenti e va incontro al nuovo modo di vivere del fedele, d’altro canto non può abdicare ai propri principi cardine e tenta di circoscrivere quelle che ritiene “incoerenze” ponendo l’accento sul peccato: ti perdona e ti abbraccia accogliendoti e riducendo la tensione tra te e lei, ma sempre ti dice che la tua scelta è stata un errore. L’omosessuale, Il separato o il divorziato non vengono più allontanati ma rimangono individui colpevoli di aver sfidato le norme che sono alla base del comportamento legittimo e regolare di un cattolico.

Quando la Chiesa cattolica condanna il potere, ripudia l’eccessiva ricchezza materiale, la proprietà, le illecite manovre dei ricchi della terra a discapito degli altri e soprattutto dei più deboli, essa svolge una funzione duplice: in prima istanza difende chi non ha voce, consola e lenisce le pene dei diseredati, di quella parte della società che soffre prendendo le distanze dai gruppi di potere che agiscono principalmente per difendere i propri interessi; in seconda istanza riduce la tensione e attenua il desiderio di ribellione di quella parte di umanità che non ha nulla da perdere e che vorrebbe maggiori diritti. Alla fine dei conti la Chiesa protegge i poveri dichiarandosi essa stessa povera ma favorisce il potere perché di fatto conferma le distinzioni sociali e tende alla conservazione.

Jonathan Swift, che era ministro della chiesa anglicana, affermava: “La religione che abbiamo basta per farci odiare, ma non è sufficiente per farci amare gli uni con gli altri.” Cambiano le parole e cambiano i gesti, ma il complicatissimo rapporto tra la fede e la maturazione e l’emancipazione degli individui e quindi delle società è molto ambiguo.

[contact-form-7 404 "Not Found"]

Share
Precedente ERF, l'allure liturgica di una nuova mannaia Successivo L'Italia di Genny 'a carogna