Balotelli fa il “negro”

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Balotelli  fa il “negro” e dice che i suoi fratelli di colore non l’avrebbero scaricato. Bene, lasciamo perdere il vittimismo e guardiamo i fatti. Questo ragazzo è stato esaltato, osannato e incensato come uno tra i più promettenti calciatori del mondo, campeggiava sulle copertine più prestigiose del globo, i suoi difetti diventavano i pregi dell’outsider, del genio sregolato la cui imprevedibilità era dovuta, ci dicevano, all’eccezionalità. Più se ne parlava e più le tifoserie lo prendevano di mira con gli sfottò razzisti, più s’arrabbiava e più i giornalisti e i fotografi gli andavano dietro. Era, ed è ancora, molto giovane. Balotelli tra l’altro non ha avuto un’infanzia facilissima, da bambino è stato a lungo malato, ha vissuto dividendo il suo tempo tra i genitori adottivi e quelli naturali, poi è diventato una star internazionale senza avere ancora costruito un carattere, senza saper gestire né il successo né il troppo denaro: si è dato ai soliti stupidi eccessi cafonal di tutti quelli che si scoprono amati e ipervalutati quando gli mancano gli strumenti più elementari per fronteggiare una tale esposizione. Col tempo ha messo un pò di giudizio, ha imparato a dominarsi.

E’ chiaro che per Mario Balotelli questo è un momento cruciale, sta cadendo dal piedistallo e probabilmente ancora non se ne è reso conto, non ha dato il giusto peso alle parole che Buffon e De Rossi gli hanno indirizzato anche se non hanno fatto il suo nome. Se avesse davvero compreso, Balo non avrebbe fatto quella sparata sulla negritudine. Se avesse seguito qualche consiglio avrebbe detto cose diverse, ma evidentemente stò benedetto ragazzone non sa neanche difendersi.

Buffon  e forse ancora di più De Rossi non hanno semplicemente “scaricato” una bella fetta di responsabilità per la pessima  riuscita di questi mondiali su di lui, hanno anche emesso un verdetto. E lo hanno emesso davanti a una platea immane, quel verdetto, dall’alto della loro esperienza e Buffon – in più – dall’alto del suo ruolo di capitano.

Balotelli forse non è lo straordinario calciatore che ci hanno raccontato, è un calciatore, un buon calciatore con un fisico possente e molta forza nelle gambe che qualche volta eccelle e si distingue. Chi è stato a gonfiarlo a dismisura? Lui non lo ha chiesto, di sicuro. Adesso si scopre che Prandelli ha sbagliato a fidarsi delle sue capacità e che lo ha sopravvalutato. E i “vecchi”, quelli bravi davvero, non trovano di meglio che attaccarlo. Non va bene, non si fa, si chiama cattiveria. Un capitano della Nazionale certe cose le discute a quattr’occhi con l’interessato. Buffon è certamente un grande portiere, un grandissimo portiere, ma non è privo di difetti neanche lui. E’ un intoccabile.

La domanda è: se il calcio ormai da anni è ridotto tanto male si tratta davvero solo di buon gioco e cattivo gioco? Mi sembra davvero molto ipocrita oltre che elementare in maniera disarmante. Una volta spinti nell’ingranaggio non possono più smettere di andare avanti, tutti, dai calciatori ai dirigenti, tutti, e quando arriva il momento di rendere conto si rabberciano mezze verità miste a bugie, si dimenticano le cause profonde dell’asfissìa del calcio italiano e si fa a pezzi il più sprovveduto. Nessun giornalista sportivo trova da ridire?

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