Banksy è un mito

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Banksy è un mito. E’ nato probabilmente a Bristol il 28 luglio del 1973, forse si chiama Damien Hirst, anche se fino a poco tempo fa tutti credevano di averlo individuato in Robin Cunningham, del quale a quanto pare lo stesso Banksy si è servito per prenderci in giro. Hirst è un famoso artista completamente agli antipodi per cultura, idee e modo di concepire l’arte, eppure secondo alcuni avrebbe questa doppia personalità. Il sito di Banksy, www.banksy.co.uk , è privo di informazioni di carattere personale, scarno, semplice: ci sono i suoi graffiti più belli, qualche frase, un link. Banksy, se non è Hirst e non è Cunningham, fronteggia le convenzioni nascondendosi, proteggendo come può la sua vita privata ed evitando di cadere in una di quelle trappole vischiose che un qualsiasi mezzo di informazione gli tenderebbe se solo rispondesse a una sfilza di domande, facendogli forse perdere almeno una metà del suo fascino. Quel che deve dire lo dice al mondo intero coi suoi stencils. Ecco, questo lo ha raccontato: si serve della tecnica dello stencil per i suoi graffiti per velocizzare al massimo una performance, anche la più complicata, in modo da scongiurare il pericolo di essere arrestato. Si mormora che si faccia aiutare da un pò di ragazzi, lui prepara gli stencils e li manda in giro a disegnare.

La sua guerrilla art viene rimossa dai muri delle città e rivenduta a prezzi da capogiro da quotatissimi galleristi (Stephan Keszler a New York ha effettuato alcune vendite a prezzi esorbitanti) eppure lui, lo street artist più famoso al mondo, ha rivenduto ai passanti a 40 e 60 dollari al pezzo le sue opere, esponendole su una bancarella in Central Park a New York. Banksy potrebbe (il condizionale è d’obbligo, i misteri e i dubbi su di lui si moltiplicano) non aver mai visto un solo centesimo dei milioni di dollari che sono stati ricavati dalle vendite delle sue opere, dato che le disconosce, non le considera autentiche e si fa tutelare da Pest Control, un sito che è il solo rivenditore autorizzato ed anche l’unico che possa autenticarne le opere, ma pare che finora non abbia mai emesso alcun verdetto di autenticità. La tutela di Pest Control non impedisce l’utilizzazione della street art da parte di terzi, alcuni lavori sono stati addirittura “rubati” dai muri e talvolta sono ricomparsi in vendita su e-bay. Leggenda? Tutti vanno pazzi per l’arte di Banksy, e perfino Sotheby’s ha fatto un grande successo esponendo una sua retrospettiva a Londra: un genere di arte che solitamente spopola tra i giovanissimi è arrivata ben presto ad incuriosire e appassionare un pubblico vastissimo e senza limiti di età.

Bloomberg a NY gli faceva la guerra appellandosi alla legge perché “imbrattare i muri”, si sa, è vietato, ma pare che il nuovo sindaco non voglia seguire il suo esempio. I graffiti newyorkesi di Banksy sono straordinariamente belli, sono anche pugni nello stomaco, e ci costringono a riflettere. Ha lasciato il segno in tutto il mondo, anche in varie città italiane, come Roma e Napoli. A Napoli disegnò una Santa Teresa in estasi, ripresa dal Bernini, che teneva in mano il menu di un fast food, ma purtroppo l’immagine è stata cancellata nel 2010, per la serie che al sud siamo sempre attentissimi a preservare le preziosità.

La cosa stupefacente di questo misterioso artista è la capacità di unire insieme l’ironia o lo humour con la denuncia severa e durissima: guerre, consumismo, violenza, infanzia violata, inquinamento, crudeltà del potere, ogni errore umano ed ogni nefandezza illustrata da Banksy diventa subito comprensibile anche a un bambino, eppure l’immediatezza del messaggio non è sinonimo di semplicità bensì di intelligenza e cultura che si condensano e rappresentano ciò che di solito si spiega e si racconta attraverso fiumi di parole: l’irrappresentabile senza equivoci.

 

Dal suo sito:

What’s the deal with Sotheby’s?

As a kid I always dreamed of growing up to be a character in Robin Hood.
I never realised I’d end up playing one of the gold coins.

 

What’s the worst thing about Street Art?

Having to make your mistakes in public.

What’s the best thing about Street Art?

Having to make your mistakes in public.

 

 

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