Beppe Grillo e la stampa

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Beppe Grillo e la stampa: un rapporto difficile, anzi impossibile. Alla conferenza stampa di Bruxelles, dove è andato a presentare la raccolta di firme per un referendum sull’uscita dall’euro, non ha risposto alle domande dei giornalisti. Intendeva soltanto lasciarsi incensare da un deputato dell’Ukip ed esporre le sue idee, così come ha fatto per un’ora circa. Ha evitato le domande, ha messo fine a una conferenza stampa mai incominciata servendosi dell’intervento provvidenziale di un giornalista italiano, Lorenzo Consoli, che tra l’altro è fratello di uno stretto collaboratore dell’ufficio europeo del noto economista Jeremy Rifkin. Il giornalista ha cominciato a sbraitare contro Grillo che sfugge alla stampa, l’ha paragonato a Putin, gli ha chiesto di poter fare delle domande. Grillo non aspettava che questo. Ha risposto che lui è padrone di rispondere a chi gli pare, che i giornalisti sono più colpevoli dei politici, che per fortuna i giornali stanno chiudendo uno a uno, poi lo ha invitato a cercarsi un posto di lavoro perché quando cesseranno i finanziamenti pubblici la stampa sarà sistemata una volta per tutte. Dopodiché è andato via.

Sembrava proprio una recita. C’è chi dice che Consoli abbia fatto una sceneggiata creata apposta dal PD per mettere in difficoltà Grillo, ma potrebbe essere esattamente il contrario. Grillo è stato davvero molto fortunato a imbattersi in un giornalista tanto focoso che ha cominciato ad agitarsi non appena sono cominciate le domande, interrompendo un collega straniero. Grillo come sempre ha fatto parlare di sé , non ha rispettato il rituale delle domande e ha ribadito per l’ennesima volta uno dei suoi mantra preferiti, la mancanza di libertà della stampa italiana. Non ha certamente tutti i torti, sono le argomentazioni che usa a dargli torto tutte le volte, anche quando ha ragione: non si può gioire della chiusura dei giornali, in nessun caso, né si può dire “rispondo a chi voglio” senza finire col sembrare antidemocratico. E’ sempre un grande attore, per niente comico come dicono in tanti. Un grande attore che ha per amico un fantasioso regista. E’ che non si capisce come va a finire il film – che è interminabile, brutto e ripetitivo – e quand’è che arrivano i nostri.

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