Colpe e meriti del sindaco di Napoli

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Colpe e meriti del sindaco di Napoli

Poca lungimiranza e molta vanità, De Magistris ha privilegiato l’aspetto ludico sfruttando la bellezza di Napoli ma ha anche evitato che le solite mani sulla città continuassero ad arraffare.

Colpe e meriti del sindaco di Napoli : le colpe sono le operazioni di marketing realizzate per dare lustro a se stesso e per illudere i più ingenui, perché a conti fatti non sono servite e non servono assolutamente a niente. A niente. Una breve carrellata di fotografie e qualche sintetica nota mostrano a chi non abita a Napoli quali siano state fino ad oggi le priorità per De Magistris nel governo di una delle più belle e più difficili metropoli d’Europa, città il cui comune è in pre-dissesto e che durante questi pochi anni ha sopportato anche l’incendio di Città della Scienza.

Qui sopra l’arena del tennis sul lungomare Caracciolo di Napoli, che fu benedetta dal Cardinale Sepe prima di essere inaugurata. L’ha voluta il sindaco per ospitare – per pochi giorni – gli incontri tennistici per la Coppa Davis. I vecchi bei campi preesistenti, che si trovano proprio alle spalle della struttura, sono stati utilizzati per gli allenamenti. Melius abundare quam deficere. La struttura ha avuto un costo di noleggio molto alto – centinaia di migliaia di euro – ed è stata smantellata perché la sua funzione era provvisoria. Durante i lavori di smantellamento sono morti due operai. Chi ha assistito all’operazione, da lontano, dice di non aver visto nessuno indossare caschi o altre attrezzature di sicurezza.

Per molti cittadini si trattava di un mostro, costruito in uno dei luoghi più belli del mondo senza rispettare alcun vincolo paesaggistico, per altri si è trattato di un bel progetto, di un’ idea brillante. De Magistris ne ha avute altre, di idee brillanti. Guardiamole insieme.

Qui sopra si vedono i lavori di estensione degli scogli frangiflutti davanti al lungomare Caracciolo, voluti dal sindaco in occasione delle regate per le qualificazioni dell’America’s Cup, regate che sono durate poco e che sono finite ormai da molto tempo. La scogliera doveva essere provvisoria ma è rimasta lì. Per ingrandire la scogliera furono utilizzati 3200 camion, il traffico cittadino andò letteralmente in tilt per giorni e giorni e le proteste per quei “baffi” di pietra davanti al lungomare furono moltissime e in realtà non si sono mai placate. Il sindaco la via Caracciolo l’ha presa proprio di mira: nella stessa zona l’antica e bellissima Cassa Armonica, un monumento ottocentesco realizzato da Enrico Alvino, è stata sfregiata e rovinata per sempre, ancora a causa dei lavori necessari per fare spazio all’allestimento del “quartier generale” di tutti i partecipanti alle regate nella Villa comunale. Tutta la bellissima parte superiore della Cassa è stata eliminata per poter usare il luogo come palco per le premiazioni, e credo che per un gesto tanto scellerato non vi siano scusanti. In teoria misero la Cassa Armonica “in sicurezza”, in pratica l’hanno fatta a pezzi, smembrata, per di più l’hanno conservata malissimo e numerose vetrate sono andate in frantumi. Questo episodio è oggi oggetto d’inchiesta. Ecco com’era, e poi cosa le è stato fatto:

 

Cassa Armonica (Foto Facebook)

In seguito sono stati anche abbattuti 31 alberi secolari che abbellivano la Villa Comunale. Perché? Perchè durante i lavori di costruzione della linea 6 della metropolitana (uno scempio assoluto per la zona Chiaia) sono state toccate 3 falde acquifere, si è ostruito il flusso delle acque piovane causando nel sottosuolo infiltrazioni di acqua marina, che essendo salata ha ucciso il verde che era lì da centinaia di anni. Non solo, le infiltrazioni delle falde acquifere hanno causato il crollo del bellissimo palazzo Guevara di Bovino e il danneggiamento di numerosi edifici antichi nella Riviera di Chiaia, provocando per mesi e mesi gravi problemi agli abitanti e ai commercianti della zona. I problemi non sono stati ancora definitivamente risolti.

De Magistris non lesina: ha riempito Napoli di piste ciclabili. Eccolo qui sotto in un momento di personale divertimento e grande soddisfazione. Ci volevano proprio le piste ciclabili nella città partenopea, mancavano, peccato che la Federazione dei ciclisti europei le abbia bocciate dicendo che non sono piste ciclabili ma scherzi: sono solo tratti di  strada verniciati. Effettivamente alcune di queste piste sono già disastrate, molte non vengono mai utilizzate perché si trovano in zone trafficate e del tutto inadatte allo svago o agli spostamenti, sono lunghe solo poche centinaia di metri e finiscono all’improvviso, dopodiché bisogna farsela a piedi. Tra le crepe della pavimentazione ora cresce l’erba.  Sulla passione del sindaco di Napoli per le bicicletteleggi anche qui

I meriti: De Magistris ha temporaneamente risolto il problema dei rifiuti in città, e non è cosa da poco in un ambiente in cui spazzatura significa oro, ricchezza, camorra, speculazione, corruzione. Il sindaco non ha mantenuto la promessa di incrementare la raccolta differenziata, ma per fare queste cose c’è bisogno di fondi, e i fondi mancano. Bisogna riconoscere che non ha lasciato fare a chi voleva altre discariche e altri inceneritori. Il turismo regge, ma è tutto basato sull’estemporaneità degli eventi di breve durata come quelli di cui ho appena parlato, e non c’è stato un progetto di lungo respiro per rendere la permanenza dei turisti in città non un’eccezione ma una regola, un’abitudine consolidata. La pedonalizzazione di troppe aree è in linea con la tendenza del sindaco alla grandeur e all’esagerazione, ma non va criticata in toto. Se l’operazione non funziona come dovrebbe la causa sono sempre i soldi: niente aumento dei parcheggi, pochi trasporti pubblici. De Magistris avrebbe dovuto andarci piano proprio perché sapeva benissimo che la pedonalizzazione va di pari passo con l’efficienza dei servizi, altrimenti rimane un’operazione di facciata, un fiore all’occhiello, ma di plastica.

De Magistris ama Napoli, purtroppo ama allo stesso modo se stesso, anche di più e questo gli ha nuociuto e non ha aiutato Napoli a migliorare laddove era davvero necessario che cambiasse. Il carteggio avvenuto tra lui e Saviano un anno fa dalle pagine de La Repubblica mostra a tutti quanto narcisismo muova i due antagonisti. Nessuno dei due ammette errori o difetti, tutti e due fingono di accettare le critiche e un rigo più sotto biasimano i detrattori. Saviano è il verbo, De Magistris è il guascone, due personaggi a tutto tondo. E’ importante rilevare una differenza sostanziale: Saviano è considerato sacro, è un pupillo della sinistra istituzionale, è sacrilego attaccarlo, De Magistris invece è uno fuori dal coro, non è entrato nella parrocchia grande, e per questa ragione non ha appoggi né sostenitori. Questo è un merito, in un paese come il nostro.

Buone feste a chi è passato di qui.

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