E’ cominciata l’estate

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E’ cominciata l’estate e col caldo si va in spiaggia. Questa è la stagione che spinge tutti nel vortice della prestanza fisica : c’è gente che si è preparata durante tutto l’anno per non arrivare impreparata e ci sono quelli che cercano di recuperare in un mese miracolosamente e a costo di sudate, sfacchinate e diete punitive per essersi lasciati andare quando faceva freddo. Il corpo diventa protagonista assoluto, e via con depilazioni totali, acquisto di prodotti per non sciuparsi i capelli col sole e la salsedine e di creme speciali per proteggere, abbronzare, schermare la pelle. Non parliamo poi dello stile balneare, che ogni anno cambia e che ogni fashion victim studia e poi adotta con fiducia, non si può certo correre il rischio di apparire fuori contesto, inadeguati.

Penso ai tempi in cui mia nonna era giovane, quando agli uomini e alle donne bastava un aspetto decente per sentirsi a posto: oggi sarebbero ritenuti inguardabili. Nonna faceva il bagno coi suoi chili di troppo (aveva partorito quattro figlie), col suo orribile costume rinforzato che le nascondeva tutta la parte superiore delle cosce, aveva anche qualche varice sulle gambe eppure era felicissima, lei pensava a godersi le onde e il sole, non si faceva problemi perché ai suoi tempi nessuno si dannava per il proprio aspetto. Mia nonna era sicura di possedere tutto. I problemi astratti intorno all’estetica sono nati quando si è arrivati a capire di non avere tutto, di non averlo mai a sufficienza. Adesso siamo talmente maniaci e preoccupati che perdiamo completamente di vista il significato e il valore delle cose e probabilmente ce le godiamo solo a metà.

Il mare. I  primi ricordi d’infanzia di molti di noi sono legati al mare. Sulla spiaggia abbiamo fatto i primi giochi avventurosi, e abbiamo percepito i primi sentori degli incantesimi amorosi. Chi è nato in una città di mare poi ha l’anima epica. Da un lato il mare è abnegazione e dedizione alla felicità e all’amore, all’eros. Dall’altro è lotta, sfida, prove esistenziali, una metafora del rapporto quotidiano e impietoso con la vita.

Il mare segue altre leggi rispetto alla terraferma, dove si è abituati a posare i piedi. Contiene abissi abitati da creature fantastiche. Un universo capriccioso che può diventare minaccioso,nemico e distante: si prova una paura  istintiva ad attraversarlo o ad immergersi quando è scuro e profondo.

Il mare è soprattutto l’elemento liquido dell’origine e forma buona parte della materia di cui siamo fatti, l’acqua. Tutti gli uomini hanno avuto origine dal mare ma alcuni si ricordano bene che sono fatti d’acqua, mentre altri credono di essere nati solo dalla terra. Esistono culture marittime votate al vento e all’orizzonte, che amano togliersi scarpe e vestiti, ed esistono culture che amano avvolgersi in abiti pesanti con cui ripararsi dallo scorrere della vita. La cultura del nord Europa per esempio è grandiosa nell’evoluzione di meccanismi di protezione contro le minacce dell’esistenza, e tende anche, come dimostra Kafka ( non avrebbe mai potuto nascere in Italia, vicino al mare e al caldo), a ridurre l’esistenza a una vera ossessione della difesa, giungendo così a perderla.

Il mare è’ un antenato lontano e anche un nonno vicino che quando te ne vai con la tua barca ti tiene sulle ginocchia facendoti sentire protetto. E’ il padre di tutte le cose, è l’acqua fertile in cui l’uomo inizia la sua esistenza,quando ancora respira e nuota come un pesce.

Forse è per questo che da bambini ci si abbandona alle onde e non si vuole mai tornare sotto l’ombrellone, forse è per questo che ci si lancia sott’acqua all’esplorazione di quel magico infinito, ed è per questo che si può restare per delle ore a guardare il frangersi delle onde orlate di spuma bianca. E’ una felicità simile all’amore. Nonostante il senso di allontanamento talvolta amaro, in grado di trasformare anche l’isola più incantevole in un esilio inquietante, il mare suggerisce sempre una grande fiducia e ci aiuta, se lo vogliamo, anche ad incontrare l’oscurità, la divisione, lo strappo, il nulla il vuoto e l’assenza della vita, risanandoci. Se lo vogliamo. Ci sono troppi ostacoli : la musica nelle orecchie, il rumore delle barche a motore, la crema da spalmare, il beach volley, le pallonate, il pareo di quella tizia che è molto più carino del tuo.

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