Dopo la ghigliottina applicata in Parlamento dalla Presidente della Camera Boldrini il M5s si è scatenato in una protesta che aveva le sue buone ragioni ma che è diventata criticabile per i modi in cui si è svolta. Detto questo, mi è parso eccessivo e in alcuni casi violento anche il putiferio mediatico che si è scatenato nei giorni successivi contro il movimento. I deputati sono stati definiti: bivacco di manipoli in Parlamento, fascisti, eversori, narcisisti clinici, squadristi. Gli elettori o i simpatizzanti, di conseguenza, sono stati chiamati allocchi. Alla rozzezza della protesta 5s hanno risposto con altrettanta rozzezza i migliori opinionisti italiani, uomini stimati e colti, solitamente capaci di analizzare ed esplorare la realtà con grande intelligenza e con spirito dialettico. Alcuni di loro hanno fatto notare, a proposito del deputato Di Battista, l’uso semplificativo e continuo di slogan senza accorgersi che essi stessi hanno stigmatizzato e semplificato adoperando altri slogan, un linguaggio immediato che potesse arrivare dritto alla pancia (e non alla testa) di tutti. In tal modo ci si fissa in una rigidità e in un conformismo che distruggono ogni dialettica democratica. Da una parte e dall’altra.