Della Grecia non si parla

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Della Grecia non si parla

Stamatia è disoccupata, non ha l’assicurazione né accesso al sistema sanitario. Fa lavori saltuari e sopravvive grazie agli aiuti dei vicini. Anche il marito è disoccupato. Prima lavorava nell’edilizia, settore in crisi dal 2011.

Della Grecia non si parla, e dell’incertezza che attanaglia i cittadini ellenici non s’interessa nessuno. Si parla di Tsipras, questo si, si leggono le sue dichiarazioni ottimistiche sul futuro del paese. Questo non significa che le cose vadano meglio, anzi: la situazione del paese è molto più grave di quanto si possa pensare. Si esce di casa la mattina e diventa sempre più difficile non scorgere i segni della rovina, sebbene i greci siano un popolo che vive la strada e che sa godere di poco. Quando ti tolgono tutto bisogna averne a iosa di risorse per sorridere.  Intanto i numeri parlano chiaro. Il debito è pari al 175% del Pil, la disoccupazione è attestata intorno al 26% ma quella giovanile è arrivata al 60%. Il 13,1% dei giovani ha abbandonato gli studi per mancanza di soldi e il consumo di eroina tra i disoccupati è notevolmente aumentato. I pochi settori industriali funzionanti hanno formulato nuovi contratti abbassando i salari e incrementando i licenziamenti. Anche nel settore navale – che è il principale in Grecia – gli scioperi sono molto frequenti.

Il 40% della popolazione infantile vive sotto la soglia di povertà, e a causa dei tagli alla sanità l’86% dei bambini non può curarsi nemmeno i denti perché le cure odontoiatriche gratuite non esistono più. Il tasso dei suicidi è il più alto d’Europa. I disturbi psichici sono andati aumentando di pari passo con la perdita del lavoro e delle case, e le cifre parlano chiaro: nel 2008 la media nazionale dei depressi clinici era del 3,3%, oggi è del 12%. C’è da non dormirci la notte. Gli sgomberi si susseguono nel silenzio generale, i senzatetto sono oltre 25mila, l’assistenza sanitaria è talmente degradata che i pochi spiccioli destinati dal governo Tsipras alla salute pubblica hanno l’amaro sapore di una presa in giro. Il governo ha tagliato le spese militari di 500 milioni mentre le spese per le pensioni hanno subìto un taglio di 1,8 miliardi. Tsipras avrebbe potuto fare il contrario, visto che negli ultimi sei anni il sistema pensionistico aveva già subìto vistose sforbiciate.

Le pensioni già da tempo servivano ai nuclei familiari per andare avanti: erano i nonni il welfare, erano loro che contribuivano a evitare il disfacimento della famiglia, erano loro che davano una mano al capofamiglia disoccupato, ai nipoti, ai bambini. Adesso che le pensioni sono da fame ci pensano le donne, quelle giovani: dai 17 anni in su si prostituiscono anche per 2 euro, che è il prezzo di un panino. Le tariffe della prostituzione ellenica sono le più basse in assoluto sul mercato mondiale. In Grecia la prostituzione è legale nelle case chiuse ed è illegale per strada, ci sono 526 case chiuse in tutto il paese e su circa 19mila prostitute soltanto un migliaio sono autorizzate ad esercitare il mestiere più antico. Una volta era tutto sotto controllo, le ragazze erano censite, marcavano visita una volta al mese e venivano anche tutelate. Adesso, con questa crisi, cosa vuoi marcare visita? Non c’è più regola né sicurezza neanche nei bordelli, l’abusivismo cresce, le donne più povere si offrono per strada, per fame. Negli ultimi due anni le prostitute illegali sono aumentate del 180%. Di pari passo con questo fenomeno crescono i contagi di HIV.

Tutto questo durerà ancora per poco? Arriverà la ripresa, arriveranno tempi migliori? Niente affatto, e chi promette ai greci un futuro diverso continua imperterrito a mentire. Il debito greco non si può pagare se non attraverso pacchetti di aiuti da parte della troika e questi aiuti vengono concessi soltanto in cambio di riforme, austerità, tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni. E’ ovvio che trattandosi di prestiti andranno restituiti. E’ una spirale senza fine. Se i dettati non vengono rispettati non arrivano i soldi per pagare i debiti, e senza quei soldi si va in default. Per scongiurare il default il governo percorre una strada che condurrà ugualmente e inevitabilmente la Grecia al fallimento, ma solo dopo che avrà perduto ogni bene, solo dopo che i predatori avranno comprato tutto ciò che c’è da comprare a prezzi di svendita. Nel frattempo l’ineffabile e tragicomica sinistra europea si parla addosso in cerca di soluzioni per “cambiare l’Europa”. Uno spettacolo deprimente.

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