Dilettanti d’ordine superiore

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Dilettanti d’ordine superiore per ora mostrano di non avere altro interesse che riformare la Costituzione, e dichiarano ogni giorno col sorriso sulle labbra che sono i cittadini a volerlo, e che è dalle riforme che dipende tutto il futuro bene del paese. Le riforme, da sole e mal fatte, possono servire al massimo a preservare loro, i governanti, a metterli al sicuro, a proteggerli da ogni eventuale tempesta.

Questo governo non è diverso dai precedenti, è solo più pericoloso per una ragione molto semplice: non ha detrattori. Uguale è l’arroganza, uguali sono i programmi, uguale l’indifferenza verso la corruzione, uguale l’incapacità di dare lavoro, di rimodernare, di incentivare, uguale l’incompetenza, uguali le menzogne, uguale la povertà del linguaggio e uguale l’assoluta mancanza di una progettualità che superi i due anni.

Da quando il nuovo Presidente del Consiglio si è insediato è stato tutto un fiorire di annunci di sfide e rottamazioni e cambiamenti epocali mai visti nella storia d’Italia. Talmente è importante il metodo che alla fine non conta nulla se si tratta di bugie. L’affabulazione e la sicurezza, quelle contano. Non ci importa di sapere cosa sia stato fatto concretamente fino a oggi. Gli 80 euro, l’ Irap -10% e i pos sembrano essere i soli obiettivi raggiunti. Il primo lo pagheremo caro e amaro né più né meno dell’IMU che Berlusconi volle abolire e che ora ci costa di più; la trovata dei pos non è nulla, non è neanche un provvedimento. Rimane l’Irap.

Cento giorni per rifare l’Italia erano pochi, andiamo! Adesso ci dicono che ce ne vogliono mille, e se al 990esimo giorno annunceranno che non saranno bastati e che però con altri mille la salvezza ce l’avremo in tasca noi saremo già cotti al punto che non ce ne importerà più niente. Qualcuno avrà ancora voglia di sbroccare in solitario? Ma no, per inerzia ci saremo nuovamente assuefatti, siamo stati sempre i maestri del laissez faire.

Lasciamoli fare allora, diamogli tempo e fiducia, e basta con le teorie complottiste che ravvisano dietro l’ascesa rapidissima del premier chissà quali poteri forti. A ben guardarli c’è l’attor giovane, ci sono bellissime primedonne e ottime comparse: a Montecitorio ce li avrà portati senz’altro un famoso impresario teatrale.

 

 

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