ERF, l’allure liturgica di una nuova mannaia

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ERF, l’allure liturgica di una nuova mannaia viene dal nome, che in lingua inglese fa già un certo effetto ma che tradotto in italiano sembra un’esortazione alla genuflessione. L’ European Redemption Fund, il Fondo Europeo di Redenzione, entrerà in vigore a giugno, irromperà come l’estate nelle nostre esistenze già provate dal MES (che è incostituzionale), dal FMI e da tutte le grandi opere di cui il crudele regime neoliberista ci fa dono. Lo schema col quale i governi dei paesi membri ci presentano tali mostruosi provvedimenti è quello del comandamento, come si trattasse di regole naturali e non artificiose, come se i comandamenti fossero indiscutibili ed intoccabili quasi li avesse formulati un essere trascendente. Nel caso dell’ERF in realtà il comandamento l’ha dettato la Germania, l’idea è venuta agli esperti di economia tedeschi e la Commissione europea ha in seguito ovviamente approvato all’unanimità.

Che cos’è questo ERF? E’ un fondo nel quale verranno convogliate le eccedenze oltre il 60% del debito pubblico dei paesi membri. Il fondo diverrà proprietario di capitali enormi, e garantirà agli Stati debitori la possibilità di ripagarsi il debito attraverso la vendita dei titoli a interessi molto bassi, molto più convenienti rispetto agli interessi sui titoli che i singoli Stati come l’Italia pagano adesso per cercare di finanziarsi. L’ERF è un fondo che a chiunque volesse investire in quei titoli offre certezze indiscutibili dato che i garanti sono tutti e 17 i paesi europei e non soltanto i più disgraziati come Italia, Grecia, Portogallo, Spagna e Irlanda.

Non sembra uno strumento cattivo, anzi, ci si chiede come mai nessuno ne parli e nessuno ce lo presenti come una soluzione in grado di aiutarci a risolvere l’annoso e gravoso problema del debito pubblico. Tutti tacciono perché altrimenti dovrebbero raccontarci dov’è l’inganno. E l’inganno è agghiacciante: sta nel prezzo altissimo che gli Stati dovranno pagare per assicurarsi l’ingresso nel RF. Prima di tutto dovranno garantire solvibilità attraverso le loro riserve auree e anche le riserve in valuta straniera. Dopodiché dovranno rispettare rigidissimi diktat. tagliare ancora la spesa pubblica, licenziare, privatizzare, svendere i pochi gioielli ancora rimasti, e dulcis in fundo concedere alla Germania di trattenersi una quota del prelievo fiscale, a meno che non ci si risolva ad aumentare ancora di più le tasse per tutti.

Tutto questo significa ancora una volta che le masse periranno sotto il peso di un giogo insopportabile, che lo stato sociale scomparirà, che i cittadini a causa delle privatizzazioni diventeranno consumatori, clienti, non più soggetti di diritti inalienabili. I pochi potenti, quel 10% di fortunati diventerà ancora più forte. Siamo vittime di una feroce dittatura senza militari né armi, senza purghe né torture, non per questo meno asfissiante e pericolosa.

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