Le percezioni sensoriali e il colore: sarebbe divertente se chi leggesse questo post lasciasse un commento e raccontasse di che colore vede i numeri e i caratteri alfabetici quando li pensa, quando li pronuncia o quando li sente pronunciare. Neri, bianchi oppure a colori? C’è chi li vede a colori : se a queste persone viene chiesto di che colore è il 3, loro risponderanno – per esempio – “rosso“, e non lo vedranno rosso una volta sola ma durante tutta la loro vita. Per loro il 3 non cambierà mai colore, sarà sempre rosso, o sempre giallo. Mi è capitato di toccare questo argomento su Twitter con due persone, alla fine siamo saliti tutti e tre sulla Mole Antonelliana a guardare la sequenza di Fibonacci nell’opera di Merz, che è suggestiva e fiabesca malgrado si riferisca esclusivamente a fatti razionali e matematici. Si possono vedere le successioni luminose di Fibonacci create da Merz nelle installazioni di New York, di Napoli, di Zurigo, ma sto divagando.
Sono tignosa, se qualcosa mi incuriosisce e non la comprendo cerco di documentarmi, e così – per la serie “non si finisce mai di imparare” – ho scoperto che le persone che collegano determinati colori ai numeri, alle lettere, alla musica, alle parole o anche agli odori e ai sapori sono sinestesiche. La sinestesia è, in parole semplici, la dimostrazione neurologica e inconfutabile del fatto che ognuno di noi fa esperienza della realtà oggettiva in maniera del tutto soggettiva. Non tutti siamo sinestesici. Esiste una variabilità individuale nella contaminazione tra diverse esperienze percettive, nessuno si rapporta al mondo circostante allo stesso modo di altri. La sinestesia è ereditaria, la si riscontra in epoche diverse, tra diverse popolazioni che nulla hanno in comune tra loro, è più frequente nei bambini e nelle donne ed è stata osservata in particolare negli artisti.
La poesia Vocali di Rimbaud, che nella discussione su Twitter è stata citata, è proprio una dimostrazione soggettiva di una sinestesia visiva tra grafemi e colori. Nell’osservazione delle abitudini di molti creativi si è notata la propensione a ricorrere all’uso di sostanze stupefacenti perché esse provocano oppure accentuano i fenomeni di sinestesia. Quasi sempre la sinestesia è visiva e auditiva perché tra i cinque sensi vista e udito sono i più rilevanti, sono preponderanti sugli altri tre. Nel mio caso ho notato con dispiacere che i numeri e le lettere sono inesorabilmente neri, ma con l’udito e l’olfatto mi posso consolare: musiche, suoni e certi odori li associo ai colori.
Si tratta di un’anomalìa percettiva che è stata riscontrata anche nei ciechi: uno dei primi studi sulla sinestesia riguardava proprio le visioni a colori di un uomo privo della vista. Molti studiosi del fenomeno si sono chiesti perché la sinestesia non sia un carattere regressivo. Gli occhi azzurri sono un carattere ereditario regressivo, come mai la sinestesia non lo è? Quale particolare la rende trasmissibile senza intervalli? La risposta è semplice, ora che i neuroscienziati ce l’hanno detto : essa potenzia notevolmente la memoria e la creatività, quindi è utilissima.