Grillo e Mentana sopraffatti da una tenda rossa

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Grillo e Mentana, sopraffatti da una tenda rossa ricamata di sapore mediorientale, immersi in un’atmosfera un pò favola di Aladino, un pò circo e un pò tivù iraniana, sono stati protagonisti di un evento, ognuno per la sua parte. La cosa minacciava di diventare surreale oppure teatrale, con tanto di passaggio di cammelli e danzatrici del ventre. Invece tutto si è svolto nel rispetto dell’informazione attenta. Mentana non ha trascurato le regole non scritte su come si fa un’intervista ma ha lasciato all’ospite la libertà di trasgredire; Grillo, un mitopoiema appassionato, è da sempre un parricida delle regole, dunque si è espresso con sincerità, anche a suo discapito, anche – a tratti – confusamente, eppure non ha perso neppure per un secondo la sua capacità illusionistica di convincere le persone che immaginazione e azione sono la stessa cosa, si sono fuse insieme per operare un cambiamento che contempli perfino la partecipazione dei cittadini comuni alle decisioni importanti, quelle che solitamente piovono dall’alto. L’ardore di Grillo e dei deputati cinquestelle è certamente fanatico, di errori ne ha causati parecchi, ma è l’incarnazione della fragilità dell’uomo che vuole combattere contro ostacoli insuperabili. E questo, in questa Italia, non è un danno bensì un atto terapeutico.

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