Lo spirito critico è ridotto male
Solidarietà a Riina e Bagarella privati di un loro diritto. I traditori nelle istituzioni ci fanno più schifo dei mafiosi
Qualunque sia l’opinione che un personaggio pubblico abbia sul Presidente della Repubblica, su un gruppo di politici, sulla situazione di collusione tra istituzioni e mafia e sulla corruzione non ci si dovrebbe mai dimenticare di usare le parole appropriate per commentare un fatto. “Solidarietà” a due assassini feroci che hanno sulla coscienza decine e decine di morti innocenti non è una parola che si può accettare. E’ uno sfregio alle vittime e ai loro familiari. La Guzzanti qualche ora dopo ha twittato “Sono pentita, ogni tanto mi dimentico di vivere in un paese di ipocriti collusi e parlo come se mi rivolgessi a persone libere“. Si riferiva alla classe politica e probabilmente anche ai numerosi commenti negativi al suo tweet da parte di persone comuni. Dispiace molto che una donna sensibile possa disprezzare a tal punto chi non ha condiviso la sua esternazione. Ad ogni nuovo tweet rincarava la dose: “poveri coloro che non capiscono” e anche “Tutti gli ipocriti con gli occhi foderati di prosciutto convinti che pensare vi faccia male vi perdono perché danneggiate solo voi stessi“. Perdona? Perdona!
Considerare se stessi molto migliori degli altri, della massa, è un’abitudine dei simpatizzanti del M5S (l’hanno copiata dal PD sussiegoso di una volta), abitudine che ormai si sta diffondendo un pò dovunque come una malattia. In un paese assurdo ogni tipo di condotta finisce col risultare assurda e ognuno può declinare le proprie responsabilità tutte le volte che sbaglia perché altri hanno fatto peggio, perché lo scandalo è altrove. Sarebbe bello che la Guzzanti si rendesse conto di aver esagerato, e potrebbe farlo prendendo in considerazione il solo commento di Maria Falcone, che non fa parte certamente del consesso degli ipocriti e dei collusi. E’ da lì che dovrebbe avviare una riflessione, ma non lo farà. In un ennesimo tweet ha invitato quanti l’hanno criticata ad andare a vedere il suo film. Pur avendo visto e apprezzato quel film, si può ugualmente giudicare inconcepibile che qualcuno esprima vicinanza a due mafiosi e che quattro ore dopo un parlamentare definisca “boss” un Presidente della Repubblica, cosa che ha fatto Carlo Sibilia del M5S con un tweet in cui ce l’ha messa tutta per superare la Guzzanti. Ci è riuscito:
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