I falsi problemi servono a distrarci

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I falsi problemi servono a distrarci da quelli veri. Noi italiani già abbiamo un’esagerata tendenza a tollerare tutto e a dimenticare tutto, in più ogni giorno c’è un fatterello nuovo che attira l’attenzione e la vera sostanza delle questioni evapora sempre di più, sempre di più fino a che sembra non essere mai neanche esistita.

Adesso l’attenzione pubblica è tutta tesa a osservare e a criticare la diatriba tra PD e M5S a proposito della riforma della legge elettorale.Tra richieste pretestuose, parole offensive e ritardi prima o poi l’incontro si farà, ma i 5S sanno bene che non caveranno un ragno dal buco. Ciò che conta non è questo balletto, ciò che conta sta a monte, ed è che la legge elettorale l’ha scritta Verdini e non un comitato di saggi esperti di Costituzione. Ciò che conta è che il M5S è stato a guardare fino a poche settimane fa servendo a Renzi su un piatto d’oro la scusa suprema: “se non c’è nessun altro interlocutore io le riforme le faccio con Berlusconi, non dipende da me”. Dagli torto! In effetti il primo clamoroso incontro al Nazareno fu fatto passare come inevitabile proprio a causa dell’arroccamento dei pentastellati. Nessuno avrebbe potuto aiutare Renzi e Berlusconi-Verdini meglio e più di quanto abbia fatto Grillo. Nessuno. Adesso che la frittata è quasi cotta il movimento si muove, deve risalire la china e rimediare agli errori compiuti. Talmente in ritardo che sarebbe stato meglio se fosse rimasto al suo posto a martellare l’opinione pubblica appisolata ricordandole non tanto chi è Berlusconi quanto piuttosto chi è Verdini.

Già, chi è Verdini? Il re di Firenze, dicono. Uno che Renzi ha frequentato parecchio, dicono. Uno che lo ha anche aiutato a far eleggere sindaco il suo successore opponendogli un competitore di scarso valore come Galli. Verdini è sicuramente un plurindagato: per concorso in corruzione per appalti a Firenze e a La Maddalena (la mega-struttura miliardaria per il G8 mai utilizzata che sta cadendo a pezzi), coinvolto in una inchiesta sull’energia eolica sarda, indagato per la gestione illecita di appalti pubblici, rinviato a giudizio per la gestione del Credito Cooperativo Fiorentino, coinvolto nell’indagine sulla cosiddetta “cricca” e infine, nel 2013, la società Settemari (sua e di altri) subisce il sequestro di beni per 12 milioni di euro su ordinanza della Procura della Repubblica di Firenze.

Questo personaggio, potente ed influente, partecipa sempre agli incontri tra il premier e Berlusconi, l’ultimo dei quali avvenuto giorni fa a casa di Berlusconi, ospite anche Gianni Letta. Non trapela mai nulla da questi incontri, non c’è streaming né ci sono documenti, neanche interviste esplicative, solo poche parole per rassicurarci: l’accordo tiene. Come se qualcuno qui avesse dubbi. Nessun dubbio, solo molta preoccupazione e un bel pò di indignazione. Toccano la nostra Costituzione, il premier e questi signori. Fanno pasticci e fanno quel che gli conviene. Come se noi non esistessimo, come se le regole non scritte e quelle scritte non ci fossero, come se fosse tutto normale, e buono, e rivoluzionario.

Per Renzi, da quando si è insediato, è tutta una rivoluzione benefica e salvifica. Chi non ci crede e teme anche una deriva autoritaria è un gufo, un guastafeste, un povero matto, un grillino, non è mai un attento osservatore, non è mai ragionevole, non è un onesto che alla politica chiede onestà, trasparenza e democrazia, attributi che si riscontrano in altri paesi, quelli normali. La maggioranza è maggioranza, fine delle discussioni. D’Alema una frase davvero bella, di quelle da incorniciare, qualche mese fa la disse: ” E’ troppo facile diventare maggioranza con il pensiero degli altri. Qualcuno lo ha fatto.”

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