Il popolo dei selfie non si trattiene

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These three men also looked pleased to be in Martin Place despite the chilling circumstances

Il popolo dei selfie non si trattiene

Non sono stati tantissimi i selfisti di Sidney, solo quanto basta per rifletterci sopra. Le facce parlano di una strana ottusità che non permette di distinguere il finto dal vero, parlano di una superficialità che non permette di percepire le sfumature, la differenza tra una commedia e una situazione tragica.

Il popolo dei selfie non si trattiene davanti a niente, anzi: più è eccitante l’evento di fronte al quale ci si trova e più è giusto e sacrosanto scattare l’istantanea e condividerla sui social. Io c’ero, quella è la cioccolateria Lindt di Martin Place e questo sono io, proprio nei pressi del fatto di cronaca. Chi se ne frega se dietro a quelle vetrine c’è gente che trema e che teme di finire ammazzata, questo è un problema che non riguarda gli amanti del protagonismo contemporaneo.  Sidney non è un caso eccezionale, negli ultimi mesi sono aumentati i casi di incidenti e di disgrazie usati come set di posa, come sfondo all’autoscatto. Nella foto qui sotto si vedono i poliziotti turchi di Istanbul in tenuta antisommossa il 1 maggio scorso: pronti alla violenta battaglia, prima degli scontri si scattano un selfie. Non sono stati tantissimi i selfisti di Sidney, solo quanto basta per rifletterci sopra. Le facce parlano di una strana ottusità che non permette di distinguere il finto dal vero, parlano di una superficialità che non permette di percepire le sfumature, la differenza tra una commedia e una situazione tragica. E’ questo che preoccupa: credere di essere protagonisti delle cose del mondo sempre e comunque, espandere il proprio ego fino al punto di non essere più in grado di provare empatia, di non poter più dare la giusta valenza alle cose.

Per Jack o John, quei ragazzoni sorridenti che immortalano la loro gioia di stare in prima fila, non c’è modo di immedesimarsi con gli altri, a meno che questi altri non facciano parte della cerchia degli amici e dei familiari. Il resto va osservato con uno sguardo neutro, privo di emotività. Si può usare il selfie per isolarsi dal contesto, per allontanare da sé la realtà che non coincide più con sentimenti e sensazioni perché è solo un pretesto. Dipende forse dal fatto che il mondo dei media ha assuefatto le persone mostrando loro quotidianamente guerre, esecuzioni, sgozzamenti, irruzioni, ha confuso le loro menti con le fiction che per essere veramente fedeli alla realtà usano i criminali e i delinquenti di piccolo calibro come attori: si finisce col non avere più troppo interesse per chi se la passa male e si finisce col credere che la morte, il ferimento di qualcuno o il pericolo siano delle semi-fiction, e che prima o poi arrivino i buoni a salvare tutti per l’happy end come in una serie poliziesca. Immaginiamo per un momento cosa sarebbe successo se la tragedia delle Twin Towers fosse accaduta oggi, mentre impazza la moda del selfie: dal giorno successivo avremmo visto migliaia di turisti e di curiosi affannarsi a cercare l’inquadratura giusta per scattare la foto del secolo. sullo stesso argomentoleggi anche qui [contact-form-7 404 "Not Found"]

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