La tortura piace solo a Trump?

Share

La tortura piace solo a Trump?

  • Ipocrita (s.m.). Dicesi di persona che, professando virtù che non rispetta, si procura il vantaggio di trasformarsi, agli occhi di tutti, in ciò che più disprezza. Ambrose Bierce

Risultati immagini per immagini di waterboarding

La tortura piace solo a Trump? La tortura sostanzialmente piace a tutti i governi americani, democratici e repubblicani, e piace ad altri Stati occidentali. La novità introdotta da Trump consiste nel fatto che nessun Presidente degli Stati Uniti e nessun governo occidentale prima di lui abbia mai osato esternare simili idee. Lo stesso vale per il muro al confine col Messico: Trump strilla ai quattro venti che erigerà altissimi e costosissimi muri laddove altri hanno già compiuto l’opera prima di lui, per l’esattezza nel 2006: 1100 chilometri di divisione tra i due Stati  Le cose brutte si fanno ma non se ne parla.

Riguardo alla tortura, negli USA si è sempre cercato di deresponsabilizzare gli inquilini della Casa Bianca, mai edotti riguardo ai metodi adoperati dalla CIA durante gli interrogatori o dai militari durante le missioni. Abusi e torture sono avvenuti sempre a loro insaputa, naturalmente! Un rapporto coraggioso e agghiacciante del Senato americano reso pubblico nel 2014 ha raccontato dettagliatamente in  cosa consistono le cosiddette tecniche di interrogatorio rafforzate. Il Presidente Obama – neanche lui era a conoscenza dei fatti –  ha permesso che il rapporto fosse reso pubblico e ha dichiarato in quell’occasione che i sistemi di tortura non giovano all’America bensì la danneggiano. Alimentazione forzata, privazione siastematica del sonno, il terribile waterboarding, nudità in posizioni di stress e senza potersi muovere, ripetuti schiaffeggiamenti insieme a pugni allo stomaco, prese facciali (il soggetto viene preso per il collo e sollevato da terra, oppure si esercita una forte pressione sulla sua testa come per schiacciarlo) , lanci dei detenuti contro i muri come fossero palloni, scosse elettriche, scosse elettriche ai genitali e ai capezzoli, stupri di gruppo, immersioni in acqua ghiacciata e altro ancora: questo è il panorama da Guantanamo (che il premio Nobel per la pace Obama avrebbe dovuto chiudere) ad Abu Ghraib, passando per le carceri segrete, per tutti i territori e tutte le situazioni in cui i servizi ritengono necessario forzare la mano per fiaccare le resistenze dei terroristi e/o dei nemici. La CIA non ha respinto le accuse, molti funzionari hanno ribadito che ripeterebbero nuovamente le stesse azioni pur di proteggere il loro paese. Effettivamente dopo l’11 settembre il compito assegnato ai servizi era quello di proteggere con ogni mezzo  gli Stati Uniti, dunque l’interpretazione dell’ordine impartito era – come dire? – libera. Presumibilmente dal 2014 i succitati metodi di tortura dovrebbero essere cessati, eppure già nel 2008 Bush li mise al bando e non cessarono affatto. Nessuno di noi può sapere in realtà se certe atrocità avvengano ancora adesso, per quanto mi riguarda mi basta Guantanamo per giudicare, quindi sono certa che non sia cambiato proprio niente. Trump ripristinerebbe qualcosa che segretamente va avanti comunque, carceri segrete della CIA a parte.

Share
Precedente La Siria per l'occidente è una partita persa Successivo Quando eravamo liberi c'era Oriana Fallaci