Le mafie e il calcio italiano

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Le mafie e il calcio italiano

Quello del calcio è un mondo senza regole precise che rappresenta per la criminalità organizzata un bengodi: le mafie attraverso il calcio ottengono due grossi vantaggi, il primo è il denaro in gran quantità, il secondo è la benevolenza dei tifosi e dei cittadini.

Le mafie e il calcio italiano : un buon matrimonio, un binomio che non costituisce una novità, e che sin dagli anni ’80 non ha fatto che rafforzarsi, malgrado scandali e indagini. Per la criminalità organizzata il calcio rappresenta un’opportunità straordinaria non soltanto per guadagnare montagne di denaro sporco ma anche per riciclarlo facilmente, nonché per stabilire con i vari territori ottimi rapporti, consolidandoli. Al mafioso serve la benevolenza del popolo tanto quanto serve ai politici, e forse il calcio è il veicolo pubblicitario più efficace per raggiungere il cuore della gente. Nulla è più coinvolgente dell’ingresso della squadra del cuore in uno stadio, nulla genera amore e fragore osannante quanto un goal, è lì che la strada del tifoso si apre come un Mar Rosso, ed è lì che il malavitoso deve insediarsi per ricevere, di riflesso, più potere e più gloria. Le passeggiate dei calciatori nei quartieri generali dei camorristi, per esempio, hanno un valore che supera di gran lunga quello dei soldi.

Non sempre le organizzazioni criminali agiscono vistosamente all’interno del sistema calcistico – acquistando per esempio una squadra-  vi è anche una pletora di individui che si muove all’esterno e che gestisce tutto l’indotto, dal bagarinaggio alla ristorazione, dalle sostanze dopanti illecite allo spaccio di droga, dal “commercio” di baby calciatori alla vendita dei gadget e dei prodotti pubblicitari legati a una squadra, fino ad arrivare al redditizio business delle ristrutturazioni o delle costruzioni di nuove strutture sportive. E poi c’è tutto il settore delle partite truccate e delle scommesse, che coinvolge anche insospettabili e calciatori. Tutte queste attività si svolgono in un clima di ricatti, violenze, minacce e condizionamenti che affliggono ogni club calcistico e che non vengono denunciati per ovvie ragioni, non ultima la questione del prestigio che viene tutelato attraverso una millantata correttezza per sostenere lo sport più popolare al mondo.

Laddove vi è fragilità s’insedia la criminalità organizzata: la mancanza di trasparenza nella gestione e nei flussi di denaro, l’assenza di regole e leggi precise e la facilità di trovare opportunità per poter riciclare e far circolare denaro sporco sono il terreno fertile nel quale mettere radici e spadroneggiare. Come si ricicla il denaro sporco nel mondo del calcio? In molti modi: innanzitutto con le scommesse clandestine, ma anche attraverso le compravendite di calciatori, il cui valore sul mercato molto frequentemente viene gonfiato a dismisura, in modo tale che questo tipo di transazioni, già difficili da regolamentare e complesse di per sé, consente alle società di falsare bilanci e dati ufficiali. E’ prassi comune anche nell’ambiente calcio l’uso dei contanti, e quest’abitudine coinvolge anche il settore degli acquisti dei diritti televisivi. Una giungla, insomma nella quale tutti sanno come ci si deve  muovere per non essere sbranati e per godere in qualche modo delle ricchezze che il territorio offre.

Le curve negli stadi, gestite dalle mafie, sono un fenomeno evidente ed eclatante, solo la punta di un iceberg che nasconde ben altro. Il problema nel problema è il silenzio, che quando viene rotto a causa di uno scandalo (piccolo o grande non importa) genera come sempre nel nostro paese finti stupori e false indignazioni. Ognuno sa e gira la faccia da un’altra parte fino a che la cronaca non divulga un nuovo fatto scabroso di cui si discute per un paio di mesi col solito girotondo di benpensanti che dichiarano “questa vergogna deve finire, il calcio deve cambiare”, così, tanto per scrupolo di coscienza, ma è un film che dura pochissimo, lo sdegno si affaccia e lo si fa subito fuori, come al tiro al piattello. Il circo del business ricomincia indisturbato il suo moto perpetuo.

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