L’ufficio bello elimina lo stress

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L’ufficio bello elimina lo stress. Sono state individuate cinque condizioni per lavorare serenamente e con maggiore efficienza, cinque condizioni ritenute indispensabili alla salute psicofisica di un impiegato d’ufficio. E’ quanto emerge da un’intervista a Beatriz Arantes pubblicata su Le Monde. Arantes è una psicologa che si occupa di ricerca per un’azienda francese che produce arredi per uffici e che nel suo campo è tra le prima nel mondo.Quali sono le caratteristiche che ci fanno lavorare meglio, produrre meglio, pensare meglio e che naturalmente non hanno soltanto conseguenze positive per i singoli ma si ripercuotono su tutta la collettività in termini economici? Eccole di seguito. Alcune dipendono dalla volontà individuale, altre meno.

La piena coscienza. Significa riuscire a concentrarsi su un obiettivo, riuscire a stare nel presente e “sul pezzo” senza farsi venire l’ansia per tutte le altre cose che si dovranno fare durante la giornata. Significa non soccombere alle sollecitazioni della tecnologia (rispondere a tutte le telefonate anche personali deconcentra e stanca) e del multitasking, che causano distrazione e disorganizzazione. Una cosa alla volta si fa più in fretta e si fa bene.

L’autenticità.  Agire coerentemente coi propri valori e col proprio modo di concepire la vita evita lo stress. Essere sempre se stessi evitando di creare una separazione netta tra l’io che lavora e l’io della vita privata scongiura spiacevoli sensazioni di “scollamento”, ciò che una volta si chiamava alienazione. Non è per niente facile. Tanto per dirne una: se si è vegetariani sarebbe meglio – in teoria – non farsi assumere in un’azienda che importa carne, ma in pratica con la carenza spaventosa di posti di lavoro è impensabile che ci si possa concedere il privilegio di rispettare le proprie convinzioni. La crisi ha privato gli individui della facoltà di scegliere, purtroppo, ma questo è un altro discorso. L’autenticità può essere messa a dura prova anche da certe regole e dai codici di comportamento che i datori di lavoro talvolta impongono, per esempio sull’abbigliamento: sono poco accettati soprattutto dai più giovani e pare che questa non accettazione nuoccia al benessere degli impiegati che non si sentono a proprio agio se sono costretti ad attenersi a norme talvolta inutili o poco comprensibili.

Il sentimento di appartenenza. Nel luogo di lavoro sono importanti i legami amicali con i colleghi e i collaboratori, è necessario sostenersi a vicenda ed evitare di scatenare sentimenti di competizione e di prevaricazione. Critiche e prese in giro non si fanno alle spalle di nessuno, piuttosto è utile parlare in maniera diretta e con un tono affettuoso. In questo modo non si isolano gli altri e non si corre il pericolo di farsi isolare. I capi, soprattutto, dovrebbero essere in grado di sviluppare il senso di appartenenza con piccoli accorgimenti, per esempio non rimproverare mai un sottoposto di fronte a tutti.

Il senso. Dare un senso a ciò che si fa, provare soddisfazione, credere e sapere di essere utili a qualcosa o a qualcuno. Non avere altra motivazione al lavoro che non sia lo stipendio rende il lavoro pesante, noioso e più stressante.

L’ottimismo è fondamentale. E dipende dalla confortevolezza e dall’estetica. Per essere sereni e positivi l’ambiente in cui si trascorre gran parte della giornata deve avere caratteristiche precise. L’open space aiuta – afferma Arantes – mentre le stanzette con uno o due impiegati sono deleterie perché nell’isolamento si è portati a distrarsi di più, a impigrirsi e a non partecipare. L’illuminazione giusta poi è un toccasana: la luce naturale nell’ambiente di lavoro è necessaria quanto l’aria, quella artificiale deve essere ben organizzata. Le sedute ergonomiche non rovinano la schiena e stancano molto meno, i mobili piacevoli alla vista e razionalmente predisposti alla conservazione di carte, fascicoli e documenti facilitano i compiti e mettono di buon umore. L’estetica, insomma, influisce non poco sull’umore. Spesso è trascurata per ragioni di portafoglio, ma non è un elemento superfluo: vi sono aziende molto attente ai colori, alle linee d’arredo, alla comodità, agli spazi da dedicare alla convivialità. Negli stati Uniti e in alcuni paesi del nord Europa molte aziende usano affiancare agli spazi lavorativi stanze dedicate al fitness, vere e proprie palestre. In Italia è rarissimo. Google ha creato uffici bellissimi in tutto il mondo, anche in Italia, prima di tutto perché può permetterselo e poi perché crede che nell’armonia e nella bellezza si diventi più creativi e più attivi.

L’energia, the last but not the least. Dopo 4 o 5 ore di lavoro non ci si deve sentire a pezzi. Per evitarlo occorre bere spesso (acqua, succhi di frutta, non schifezze gassate né tanto caffé) e utilizzare al meglio le pause, che sono indispensabili. Chi trascorre il tempo della pausa restando seduto davanti al computer per twittare sbocconcellando un panino commette un grave errore. Chi esce solo per comprare cibo da asporto e rientra subito per rilassarsi rimanendo in ufficio con le gambe stese sul tavolo sbaglia. Bisogna approfittare della pausa per passeggiare, fare un pò di movimento fisico, uscire all’aria aperta, andare per 50 minuti in una palestra in zona. Muoversi anche se non se ne ha voglia è salutare e non è vero che dopo ci faccia sentire ancora più stanchi, anzi fa riacquistare energia. Parola di Beatriz Arantes.

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