Due mamme e nessun papà

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Due mamme e nessun papà. E’ la prima volta nel nostro paese che un tribunale legittima l’adozione – da parte di una coppia gay al femminile – di una bambina nata con fecondazione eterologa da una delle due. Leggendo alcuni stralci della sentenza del tribunale di Roma è interessante notare che il giudice pone l’accento sulla capacità dei due genitori di assumersi precise responsabilità educative e di sostegno affettivo della minore. Non conta l’orientamento sessuale dei genitori, conta il fatto che sappiano far crescere in armonia i figli, conta la totale disponibilità a tenere in piedi una famiglia che garantisca serenità e stabilità ai minori. Come ha fatto questo giudice a capire che le due donne fossero adatte ad adottare la bimba? Conoscendo la piccola – che è già in età scolare – e constatando il suo equilibrio affettivo e l’assoluta mancanza di problemi psicologici. Le due mamme si sono sposate in Spagna, con la bambina costituiscono una famiglia a tutti gli effetti.

Questa sentenza fa da apripista, si spera,  e diventa un monito per il governo: il nostro paese ha bisogno di leggi serie che finalmente concedano ai gay gli stessi diritti di cui godono gli eterosessuali. Il paese reale è sicuramente molto più aperto e moderno rispetto ai politici, i quali per ragioni legate molto più a considerazioni opportunistiche che ideologiche si fanno sempre sorpassare dai cittadini e dalla magistratura. E’ la magistratura, da sola, che ci mette ogni volta la faccia, che risolve le questioni spinose, che prende per mano i governanti e indica loro la direzione giusta. Le istituzioni hanno delegato a lei da anni le responsabilità che non riesce ad assumersi, il che è evidente a tutti quando si pensa al bubbone della corruzione.

I cori degli scandalizzati ormai suonano ipocriti: costringere le persone ad andare all’estero per regolarizzare le loro unioni o per cercare faticosamente di realizzare desideri che sono legittimi non è una soluzione e non è onorevole: voltarsi da un’altra parte e lavarsene le mani come Ponzio Pilato oggettivamente non è onorevole. Considerare la famiglia eterosessuale come l’unico istituto in grado di preservare amore, equilibrio, solidità e fiducia per i figli è cocciutaggine: per quanto tempo ancora fingeremo di non vedere i disagi e le disfunzioni della famiglia tradizionale? Si pensa davvero di sostenerla negando alle coppie gay il diritto di essere uguali davanti alla legge? Siamo o no uno Stato laico? Fino a quando la lobby ecclesiastica con tutto il suo lauto bottino di voti costringerà gli italiani a restare inutilmente indietro?

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