Napoli per parlare del mondo

Share

Napoli per parlare del mondo

“Uomini e donne delle forze dell’ordine sono quotidianamente impegnati in strada con attività di prevenzione e repressione ma anche nelle scuole con progetti di educazione alla legalità. Progetti che spesso vengono tenuti in piedi solo grazie alla passione di pochi colleghi appassionati che impegnano tempo e risorse per insinuare quel germoglio di speranza che ogni ragazzo merita. Come alternativa, come possibilità”. […] Quando chiediamo una proposta seria per la lotta alla criminalità parliamo proprio di questo: di investire nell’educazione, ma non attraverso il finanziamento di film e di fiction dal retrogusto di apologia neppure tanto velata, bensì in qualcosa che rappresenti una vera speranza di cambiamento”. Giulio Catuogno, Segretario Generale Provinciale di Napoli del sindacato indipendente di Polizia

“Napoli per parlare del mondo. Ecco come si apre una piazza di spaccio, come ci si rifornisce, quanto dura un tradimento, come si pianifica una vendetta. Emancipati dal giudizio morale, non denunciamo, raccontiamo una storia di potere di un’economia che prende forma e riguarda tutti. È un metodo e noi abbiamo fatto scuola. E allora il crimine apre altre strade di racconto, diventa una metafora.” Roberto Saviano dixit. Ma anche, superando se stesso e raggiungendo notevoli livelli di presunzione e narcisismo: “Gomorra è diventato un esempio per i criminali? Il tema è più complesso, bisognerebbe evitare allora Shakespeare, Ariosto, Omero, perché scatenano complotto, follie e delitti. Gli attentati di camorra degli ultimi mesi superano il racconto ma anche l’ipocrisia di chi critica il progetto.”

Faccio parte della schiera (ormai sempre meno esigua) di coloro che criticano il progetto e quindi del gruppo degli ipocriti. Siamo di fronte a un racconto che gli autori e gli ideatori ritengono epico, uno shock tanto salutare quanto originale, un documento realizzato secondo schemi filologici del tutto nuovi, una forma di non-fiction tutta italiana in grado di mostrare ai telespettatori di 130 paesi del mondo come funziona l’economia criminale, come si costruisce un potere criminale, quali sono i meccanismi che determinano e minacciano la società globale. In realtà Gomorra la serie non insegna un bel niente e non assolve ad alcuna funzione sociale: è intrattenimento. In realtà le continue spiegazioni e intellettualizzazioni che lo scrittore elargisce nascondono imbarazzo e difficoltà: vuole a tutti i costi persuadere se stesso e gli altri che la fiction fondi le sue solide basi sulla posizione di rendita che egli riveste nella vita e nel panorama culturale non più solo italiano ma globale. Lui non può ammettere di fare qualcosa di completamente estraneo al ruolo etico che gli è stato a suo tempo riconosciuto. E’ una cosa molto triste.

Se volessimo trattare uno per uno i nonnulla di questa rappresentazione tanto doviziosa quanto volgare ed effimera del Male, la noia s’impadronirebbe di noi fino allo sbadiglio, fino alla nausea. E’ sufficiente soffermarsi su un solo espediente narrativo della fiction: la citazione. Saviano, Sollima e i loro compagni di lavoro nella seconda serie (sono già in preparazione la terza e la quarta) si sono dati con passione alle citazioni, tanto per tentare di nobilitare un prodotto televisivo che ha surclassato per gli ascolti le migliori fiction americane, e questo non è necessariamente un complimento. Nella seconda parte della prima puntata si va ben oltre il ridicolo citando in una sola volta la mitologia greca e il film “Scialla”: quando Genny Savastano prende sulle sue spalle il padre cardiopatico diventa l’emblema della pietas filiale, diventa l’eroe Enea che prende in braccio Anchise, ma diventa ahinoi anche Filippo Scicchitano che si carica sulla schiena Fabrizio Bentivoglio in una scena clou di Scialla, pellicola che a suo tempo Christian Raimo commentò su minimaetmoralia in un articolo dal titolo molto eloquente: “Nuovo cinema paraculo”. Ecco, non vorrei dire, ma viene proprio voglia di usare la stessa frase per definire Gomorra-la serie, che della paraculaggine fa virtù.

Share
Precedente Buona Nuit Débout a tutti Successivo Rapporto dell'intelligence russa sul petrolio di Daesh