Oppido Mamertina fa scandalo

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Oppido Mamertina fa scandalo e finisce su tutti i giornali e in televisione per una processione con inchino. Oppido è un paesino che conta circa 5400 abitanti, una parte del suo territorio è inclusa nel Parco Nazionale dell’Aspromonte. Trattiene un piccolo nucleo di individui che vive ancorato da chissà quanti secoli ai suoi codici antichi e che non ha mai intrattenuto rapporti dialettici con lo Stato se non marginalmente. Lo Stato in verità in Aspromonte e in molti territori dell’Italia del sud non è intervenuto molto attivamente, si può dire che metà della gente del sud sia stata piuttosto trascurata se non dimenticata cosicché in certi luoghi si sono stratificati usanze, rapporti sociali, riti e comportamenti anche arcaici: se per molti di loro lo Stato è un miraggio o una cantonata, per noi dal di fuori alcune delle loro abitudini sono un’allucinazione.

La processione con sosta obbligata sotto ai balconi della casa di un vecchio boss per l’ inchino della Madonna è assurta agli onori o meglio al disonore della cronaca come un piccolo terremoto. Conseguenza della scomunica di Papa Francesco la cui voce tuonava nella piana di Sibari? Dare un seguito alle sue giuste parole era ed è doveroso, e farlo guardando in basso è la soluzione più semplice.  Di tutta una sub-cultura popolare estremamente complessa e disastrata abbiamo ritagliato un pezzo con tanto di video e l’abbiamo analizzato: è infetto, è cancro, va asportato subito. I colpevoli quanti sono, e chi sono? Ne risponderanno, fanno parte del pezzo di paese malato e da ora in poi chi osserverà certe “tradizioni” nei confronti dei malavitosi sa già come andrà a finire.

Il fatto è che non è così che si isola e si debella il cancro. E’ molto probabile che moltissime processioni alla Madonna e ai santi patroni di piccoli centri del sud siano sponsorizzate da sempre dai boss locali. E’ a loro che si fa cenno di ringraziamento per aver permesso ogni anno, ad ogni  ricorrenza, la possibilità della sfilata di devoti, l’addobbo, la statua bellissima e quasi aristocratica, la festa, le luminarie, i botti e i fiori: è gente che vive in modestia e in timor di Dio, le processioni sono trappole a cui è impossibile sfuggire, non c’è verso. O così oppure niente, non si fanno più processioni e si taglia la testa al toro. Il parroco di Oppido l’ha detto: da adesso basta, niente più processioni.

Si sono scontrate inaspettatamente una bella mattina l’etica a singhiozzo della cultura dominante e gli usi e abusi della sottocultura “selvaggia” di chi da tempo immemore a qualcuno s’era affidato, e non solo per omaggiare il santo ma per campare. Si sono scontrati una bella mattina i codici d’onore di chi è estraneo al potere e i codici della società “altra”, quella che è cieca e sorda quando c’è da essere ciechi e sordi e che usa la lente d’ingrandimento quando capita, o quando non ne può fare a meno. Rovesciando la prospettiva lo scandalo non è la naturalezza con cui gran parte degli abitanti di Oppido rispetta(va) le rigide regole di una convivenza antichissima, lo scandalo è pretendere un’alternativa o imporre immediati mutamenti a quella parte dell’Italia a cui nessuno s’è mai preoccupato di portare una politica appena decente.

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