Parli del TTIP e ti rifilano il CETA

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Parli del TTIP e ti rifilano il CETA senza che nessuno se ne accorga e nel silenzio pressoché generale della stampa. L’accordo economico e commerciale globale tra UE e Canada è stato già firmato, ed è sostanzialmente identico al temutissimo TTIP. Come tutti i trattati per il libero scambio (NAFTA, TPP) esso contempla misure atte a impedire qualunque ostacolo al profitto, favorisce il capitale e penalizza il mercato del lavoro e i lavoratori accentuando la concorrenza al ribasso. Anche nel CETA, come nel TTIP, esiste un nuovo sistema giuridico transnazionale, la cui sigla (ICS) è diversa da quella della clausola inserita nel TTIP ma lascia invariati tutti i contenuti: le multinazionali potranno citare in giudizio gli Stati che ostacoleranno in qualsiasi modo i loro investimenti. Se per esempio l’Italia o la Germania dovessero impedire l’utilizzo di un determinato pesticida ritenuto nocivo per la salute o se dovessero ostacolare l’insediamento di un’industria sul loro territorio per salvaguardare l’ambiente, verrebbero condannati per aver danneggiato gli investitori. Visto che in Europa l’attenzione per la tutela ambientale e delle persone è molto più alta, visto che nei settori agroalimentare e farmaceutico la nostra legislazione è severissima, è chiaro che tra il Canada e la UE in questo accordo commerciale ci rimetterà la UE. Il CETA non è soltanto questo, è costellato di dettagli e di forzature che mettono in discussione i nostri regolamenti in diversi settori, esattamente come il TTIP. Sono state raccolte 4 milioni di firme contro i due trattati transatlantici eppure non ci risulta che i governi abbiano provveduto a informare adeguatamente i cittadini riguardo alla firma dell’accordo né a spiegare quali sono i termini di tale accordo e quali e quanti cambiamenti essi comporteranno.

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