Per tre minuti ho visto Renzi grande

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Per tre minuti ho visto Renzi grande. E’ accaduto poco fa leggendo un articolo di Furio Colombo su Il Fatto Quotidiano. Mentre leggevo mi commuovevo e mi stupivo, quasi saltavo dalla sedia per lo stupore, mi dicevo che allora abbiamo un Presidente del Consiglio che vale talmente tanto dal punto di vista umano da poterci rimangiare tutte le critiche e perdonarlo per menzogne, errori, battutine da bar e furberie d’accatto. In quell’articolo Renzi fa un discorso all’Europa sulle migliaia e migliaia di profughi morti in mare, su tutti quegli esseri umani che fuggono da guerre, terrorismo, fame e paura per cercare un tozzo di pane, una branda e un pò di spiccioli attraverso il lavoro. Renzi sembra un poeta, oltre che uno Statista vero. Ma è una finzione. Le parole di quell’articolo sono di Colombo. Tra le orribili chiacchiere di politici e opinionisti che litigano su qual’ è il partito che ha le mani sporche di sangue e che conti alla mano ci dicono quanto ci costa accogliere e trattenere quei profughi ogni mese e che ci ricordano che i veri colpevoli e i veri unici assassini sono gli scafisti, non è accettabile che in queste ore solo due uomini compassionevoli e  giusti abbiano detto quel che bisogna dire, anzi urlare: Colombo ed Erri De Luca. Quest’ultimo è l’Omero dei nostri tempi, il cantore di un’epopea che non interessa a nessuno, di un dolore che non colpisce nessuno, di un dramma a cui nessuno pensa di mettere fine. La grande Europa suona L’inno alla gioia compiaciuta e tronfia ma quelle note sono stonate, stridono, indignano. Quale gioia? Di chi? E nemmeno bisognerebbe sprecare una parola sui deputati che hanno voltato le spalle all’orchestra: questo è mero spettacolo, non ha nulla a che vedere con le gravi responsabilità che l’Europa e l’occidente hanno di fronte alla distruzione dei popoli più sfortunati. Che cosa volete che importi all’Ukip e ai suoi accoliti dei profughi? Quella è gente che la soluzione ce l’ha già belle pronta: chiudere le frontiere. In un mondo in cui i grandi capitali e le merci circolano liberamente e velocemente, gli esseri umani non possono farlo?

Non è pensabile che vi siano innocenti trattati come bestie immonde, come se non avessero un sangue e un cuore e dignità, diritti, speranze, affetti. Dovremmo tutti, i politici e i potenti in prima fila, essere costretti almeno una volta ad affacciarci di fronte all’indicibile spettacolo di uomini, donne e bambini che galleggiano in mezzo alle onde, e che piano piano si allontanano e poi annegano, là sotto i nostri sguardi impotenti, come fossero detriti, come fossero pietre.

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