Piove, governo ladro

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Piove, governo ladro. Ogni giorno c’è qualcuno che muore per un acquazzone, uno di quegli acquazzoni forti di nuova generazione che in dieci minuti scaricano l’acqua che prima si distribuiva nell’arco di un mese. Esondano i fiumi, i trasporti vanno in tilt, le auto pagate a rate se ne vanno con la corrente, le colline franano sulle abitazioni e le abitazioni, costruite a un metro da argini friabili come biscotti, diventano piscine. Il fatto è che il 70% del nostro territorio è diventato impermeabile, non ce la fa ad assorbire neppure la pioggia normale che da mondo è mondo cade sulla terra e caratterizza gli inverni.

Colpa di urbanizzazioni scellerate, dell’abusivismo, della totale assenza di progetti per il risanamento e la messa in sicurezza del territorio nazionale. Ora la regione più colpita è la Liguria, la parte del paese che soffre di più per il disastro idrogeologico è il nord, ma il problema, in un passato recente, ha colpito anche il sud e il centro. Siamo tutti a rischio, a cominciare dai bambini nelle scuole, quelli che il premier voleva mettere al sicuro e che invece la mattina escono di casa senza sapere se l’aula reggerà.

Piove, governo ladro. A furia di esporre le sue teorie sull’Italia motore d’Europa Renzi è diventato un estraneo per tutti, non appartiene più a nessuno, solo a se stesso. Se va avanti a promesse e proclami finirà coi suoi amici nell’oblio del teleschermo, noi che siamo carne e sangue ne faremo a meno, lo lasceremo parlare come fosse un’eco lontana. Non succederà tutto in una volta, ma succederà. Non saremo noi a smarrire la via e a perdere il contatto con la vita vera, sarà lui. Diventerà come un senzatetto, si perderà alle tavole imbandite dietro compenso, continuerà a rimbalzare lieto finché ci saranno ancora persone e soldi su cui rimbalzare, poi sparirà sotto la pioggia con le scarpe piene d’acqua e tutte le parole che ancora aveva da dire.

Piove, governo ladro, e pioverà almeno fino ad aprile. In primavera rifiateremo, ma saremo incurabilmente orfani e incattiviti. Non ci amiamo per niente, noi italiani. Lasciamo sempre fare. Facciamo caso a tutto,perfino alle quisquilie, perché a noi non ci frega nessuno e non siamo mica scemi, però ci perdiamo, non abbiamo palle, ci facciamo tirare verso il basso, dubitiamo, e chi ha dubbi una strada non la prende mai.

 

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