Prestipino, Carfagna, Boschi: trova le differenze

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Prestipino, Carfagna, Boschi: trova le differenze.

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Non mancherebbero gli esempi per dimostrare che i dem urlano al sessismo solo se fa comodo e solo se vengono offese e criticate le donne del partito, soprattutto quelle che contano davvero. Le altre s’arrangiano da sole, come Patrizia Prestipino che è stata attaccata senza nessun riguardo per aver detto grezzamente la verità: il dipartimento mamme rievoca il ventennio, senza se e senza ma, lei s’è solo schiettamente calata nella parte. E’ indifendibile, d’accordo, ma nessuno nel PD s’è preso la briga di condannare il linciaggio a cui è stata sottoposta. Prestipino in fondo non è nessuno, perché scomodarsi a dire “state esagerando, la signora si è scusata” ?  Non parliamo poi delle donne degli altri schieramenti politici: secondo certa stampa renziana esse mancherebbero perfino dei più elementari processi mentali per differenziarsi dalle oche (vedi Raggi), e di sessismo in questi casi non se ne parla mai. Perfino Boldrini tace.     

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Che dire del “vecchio” caso Mara Carfagna?  Contro di lei insorgeva tutto il Palazzo. Mara Carfagna, che tempra! Ha sopportato stoicamente ingiurie e offese che avrebbero atterrato pure Schwarzenegger, i media la trattavano come una persona indegna di rispetto, dedita ai piaceri della vita e allo sfruttamento proficuo della sua bellezza. Lei è andata avanti per la sua strada e col tempo è riuscita a ritagliarsi un ruolo di tutto rispetto, imparando tanto e migliorandosi. La Carfagna è stata sbeffeggiata perché è entrata in Parlamento grazie a Berlusconi, questo lo ricordiamo tutti, no? All’epoca il fatto che le beniamine del capo facessero una velocissima carriera politica e godessero dello status prestigioso di ministro della Repubblica senza previa lunga gavetta era inconcepibile, una vergogna. All’epoca erano tutti d’accordo su questo.

Siamo cambiati moltissimo: il giovane ex Presidente del Consiglio si è circondato di amici e anche di qualche parente, li ha piazzati non solo dentro il Palazzo ma anche fuori, nei luoghi strategici, per garantire la conservazione e la gestione del potere secondo una linea omogenea e priva di contrasti. Tutto è avvenuto in un generale silenzio-assenso: il fatto è che nessuno di questi amici aveva un passato di frivole apparizioni televisive e calendari sexy. Siamo un popolo di moralisti, e i moralisti – si sa – si scandalizzano molto più per una bella coscia esposta che per un affaire che coinvolge una donna ministro, i suoi familiari, una banca e altri membri del governo. I conflitti d’interesse sconvolgevano tutta la sinistra ai tempi di FI, oggi non esistono neanche, sono montature e complotti. La narrativa mediatica di fronte al rottamatore ha perso tutta la sua verve critica, s’è afflosciata come una zampogna bucata sin dal primo giorno. Il sistema del giglio magico è stato perfino ritratto come un modello di tutto rispetto, vincente perché compatto e con – ehm – le idee chiare. Purtroppo una buona parte dei membri del gruppo del giglio magico mancava delle giuste competenze, e così taluni hanno perduto gli incarichi oppure la faccia, e qualcuno, poverello, è stato recentemente coinvolto in faccende giudiziarie create ad arte da magistrati narcisisti; gli altri vanno avanti e naturalmente non è giusto pensare che non lo meritino. Il caso Maria Elena Boschi è emblematico: lei si che merita. A priori. Nominata sottosegretario al governo Gentiloni, fa le veci di Renzi del quale condivide ogni parola e ogni gesto senza mai il minimo dissenso, e adesso non c’è cartuscella che lei non passi meticolosamente al vaglio. Doveva dimettersi, e tu guarda che bel ruolo le hanno affidato.

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Sull’abbraccio tra Pisapia e Boschi sono stati sprecati fiumi d’inchiostro. S’è parlato del nulla, finché qualcuno non ha tirato in ballo il solito maledetto sessismo. Ci mancava solo la frase di Landini. Ha detto a “In onda” che se lui avesse abbracciato la Boschi, dopo avrebbe chiamato Renzi per dirgli che era uno scherzo. La frase si potrebbe interpretare solo da un punto di vista politico (ti abbraccio ma non siamo e non saremo mai ideologicamente sodali) e invece tutti l’hanno interpretata in un modo diverso. Landini ha pronunciato una frase incauta perché è sempre incauta la parola che sottintende avallando – seppure attraverso l’ironia – un segreto di Pulcinella o un’assurda menzogna propagata col pettegolezzo, e su questo punto fate voi.

Landini ha dato la stura a tutti i paladini dem per calcare sempre di più la mano sull’elemento sessista e/o maschilista, elemento che si ravvisa sempre quando si tratta di Boschi. Se per i renziani doc Renzi non si tocca, Maria Elena Boschi non si deve neppure nominare! E’ notorio. Se per ipotesi Boschi fosse la protetta di Renzi per ragioni del tutto personali, non si tratterebbe di una questione d’interesse pubblico? No, evidentemente! Scherziamo? Un conto erano le preferite dell’ex Cavaliere, un conto sono quelle di Renzi, che sono laureate, che non hanno mai studiato da soubrettes e che hanno dimostrato di possedere capacità di cui il governo difficilmente potrebbe fare a meno. Diciamolo onestamente: potrebbe mai il paese fare a meno di Maria Elena Boschi?

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