Quando l’Oscar sfiora un regista

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Quando l’Oscar sfiora un regista lo consacra anche se non porta a casa la statuetta, ma non sempre i film premiati con un oscar sono davvero i più belli: succede talvolta che le preferenze vadano alle pellicole più commerciali, più sgargianti oppure a quelle in cui la serietà dei temi trattati va di pari  passo con la prudenza. L’anno scorso gli USA per la sezione film stranieri hanno premiato con l’Oscar il capolavoro di Paolo Sorrentino “La grande bellezza”, che ha meritato altri riconoscimenti e che ha riportato il cinema italiano sulle alte vette in cui in passato abitava.

Quest’anno hanno scelto tra i candidati stranieri “Il capitale umano” di Paolo Virzì, che probabilmente non vincerà l’Oscar ma che ha già ricevuto il David di Donatello. Il film è un ritratto spietato di un’Italia volgare e cinica il cui unico valore è il denaro, i personaggi sono tutti ugualmente ingiustificabili, non abbastanza forti da operare scelte che li sottraggano alla marea del lasciar scorrere tutto così come scorre, uomini miseri oppure stupidi, privi di cultura e dotati di un’ipocrisia tale da non riuscire neanche per un momento a guardare in faccia la verità né a scansare la voragine che si apre sul vuoto esistenziale.

Il film è ispirato a un romanzo dello statunitense Stephen Amidon, ma la vicenda si svolge nel nostro nord e i personaggi sono tratteggiati suggerendo il cliché abusato del cafonal in una maniera che però è cupa e realistica, mai macchiettistica. L’ottima cifra stilistica viene soltanto qua e là contaminata da alcuni ammiccamenti di Fabrizio Bentivoglio che evocano un pò Alberto Sordi. Ciò che manca sono l’ironia e l’indulgenza: Virzì non ama nessuno di quei personaggi, neanche le donne, malgrado le rappresenti con minore crudeltà. Esse sono comunque complici di un modo di vivere in cui la sopraffazione è un valore. Lo sguardo del regista è freddo e impietoso, allo spettatore non può sfuggire la sua intenzione di condannare senza appello coloro che hanno rovinato il paese oppure che si sono fatti rovinare dalla parte peggiore del paese.

Non bellissimo e piuttosto noioso, questo film forse non meritava la candidatura all’Oscar. Virzì ci ha regalato film molto più interessanti, più profondi e meno scontati. Nella scorsa stagione cinematografica un paio di perle da prendere in considerazione in realtà c’erano, e superavano di gran lunga “Il capitale umano” per stile, fotografia, coraggio e recitazione.

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