Seviziare un minorenne perché è troppo grasso

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Seviziare un minorenne perché è troppo grasso, lacerargli l’intestino insufflandogli in corpo aria con un compressore e mandarlo in fin di vita all’ospedale non è un gioco, non è un atto di bullismo e non è uno scherzo mal riuscito. E’ un atto di follìa e di nevrosi, è un comportamento estremista che ha affinità con il fascismo: non il fascismo che identifichiamo con un colore politico, no, un fascismo astratto e strisciante che è il prodotto di un’omologazione abortita. Esso si sfoga con atti violenti e repressivi e caratterizza l’esistenza di troppi ragazzi. La cultura popolare è sparita ed è stata sostituita dal nulla, dal vuoto esistenziale. L’autore di una tale bestialità ha 24 anni, è un adulto, è sposato con prole, e vengono i brividi se si pensa che abbia un ruolo da educatore per i propri figli. Vedere e ascoltare sua madre in televisione che lo difendeva urlando arrochita e sudata è stato tremendo.

Cosa può pensare lo Stato di fronte all’evidenza che in questo paese troppi uomini e donne sono perduti per la democrazia e per la società civile? Deve pensare semplicemente che il progresso non c’è se ha un andamento aritmico, non c’è se salta a piè pari intere classi sociali. Deve pensare che se non c’è per cinque milioni di italiani non c’è per nessuno. Se lo sfottò al ragazzino preso di mira già da tempo è sfociato improvvisamente nella violenza barbara con il tacito assenso degli altri presenti non si può non chiamare in causa l’ignoranza. I pomeriggi e le ore del tempo libero che non hanno un senso possono essere riempiti così, andando alla ricerca di un soggetto più debole per farne un passatempo, un capro espiatorio del malessere che neanche si sa denominare e riconoscere.

Pianura – il quartiere dove è avvenuto il fatto – una volta era un comune a sé, aveva un sindaco ed una sua armoniosa geografia territoriale e umana stratificata nel tempo. Col passare degli anni Pianura è diventata un grande quartiere a nord di Napoli che la cementificazione ha completamente modificato, deturpandola. Vi si sono trasferite famiglie da ogni dove perché era facile comprare o affittare una casa a poco prezzo. Il tessuto sociale oggi è costituito da una grande maggioranza di individui con un livello di istruzione scolastica molto basso e il cui sostentamento si basa esclusivamente sul lavoro nero, con poche eccezioni. Malgrado i tentativi da parte delle istituzioni scolastiche di coinvolgere e attirare la popolazione la situazione non è migliorata e somiglia a quella delle tante periferie degradate che circondano le grandi città. I rapporti degli abitanti di Pianura con la malavita, va detto, non sono né abituali né sistematici: non si tratta di degrado dovuto alla micro-criminalità bensì all’assenza di cultura e di coesione. Se continueremo a credere che le periferie siano ghetti che non ci riguardano e che non possono nuocere e se continueremo a trattare gli episodi come quello avvenuto a Pianura come casuali arriverà il momento in cui tutto il paese sarà Pianura, Quarto Oggiaro, Bastogi, Scampìa, Rione Traiano, Corviale, Sperona, Barona, Zen…

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