Trasparenza e lobby?

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Trasparenza e lobby? Questo matrimonio sembra impossibile, eppure si può e si deve considerarlo indissolubile. I tutti i paesi del mondo esistono gruppi di potere e gruppi che rappresentano interessi generali: tra i lobbisti ci sono anche gli ambientalisti, per esempio. I gruppi premono sui governi con le loro richieste, ma questa prassi non è necessariamente negativa e non è sempre legata alla corruzione, ai conflitti di interesse, a trattative segrete, a scambi di favore, ai grossi affari e alla massoneria. Siamo noi italiani che associamo la parola lobby soltanto a qualcosa di sconveniente e la ragione è l’assoluta mancanza di norme e regole che disciplinino il rapporto dei lobbisti col governo. Sono sessant’anni che qualcuno in Parlamento ogni tanto prova a presentare emendamenti e proposte di legge per regolamentare questo rapporto ma non se ne viene mai a capo perché la nostra classe politica non è interessata all’argomento trasparenza né alla legalità, è soddisfatta dello status quo e non ha alcuna intenzione di rendere partecipi gli italiani di tutti i traffici e le manfrine che caratterizzano l’amicizia tra i politici e i finanzieri, gli affaristi, gli intrallazzatori, gli industriali. Gli Usa rispettano codici rigorosi a questo proposito: una lobby può interagire con la politica solo se le sue richieste sono accettabili e formulate anche nell’interesse della comunità. I rapporti tra lobby e governi devono essere trasparenti, e questo significa che i cittadini devono poter accedere alle informazioni riguardanti gli accordi. Anche in Europa è così. Dovunque è così.

Queste regole di trasparenza non salvano da pressioni poco ortodosse e accordi segreti però li limitano notevolmente, li contengono e li possono controllare. Figuriamoci da noi! Qui sembra un traguardo straordinario un emendamento presentato dal M5S che vieterebbe ai lobbisti l’ingresso alla Camera. Qui una cosa del genere la consideriamo un risultato, un passo avanti. Caspita. Intanto, se ci accontentiamo noi, Transparency International non si accontenta e preme perché l’Italia si dia al più presto regole precise per contrastare l’alto livello di corruzione. Secondo un dossier di questa associazione che contrasta il malaffare a livello internazionale, a noi cittadini sono state fornite spiegazioni e informazioni sugli accordi tra governi e lobbisti solo  per l’11%. Non solo: risulta che solo il 27% di questi accordi riguarda il benessere della comunità e apporta vantaggi al paese. Tutto il resto è corruzione, poi ci stupiamo e cadiamo dalle nuvole quando la magistratura svela ciò che si nasconde dietro e dentro Expo o Mose.

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