Verona non vuole i 99 Posse

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Verona non vuole i 99 Posse, così come nel 2001 non li volle Palermo. “A Verona il Comune concede gratuitamente l’Arena per far esibire due gruppi dichiaratamente neonazisti come Sumbu Brothers e 1903”, dichiarano. E non è una menzogna. Non gli rendono la vita facile. E’ vero, hanno in repertorio pure pezzi come Rigurgito antifascista che istiga all’odio e suggerisce di passare alle vie di fatto. E’ vero, nel 1998 o giù di lì fecero uscire un cd con un videogame che era veramente orribile: il gioco consisteva nel colpire con le bottiglie molotov i poliziotti.  Si sono mossi sempre in mezzo a un mare di polemiche, di ostacoli  e di critiche. Non è cambiato niente dagli esordi a oggi: i 99 Posse sono maturati e più bravi di prima ma non hanno estimatori tra coloro che detestano la rivolta attiva e gli antifascisti dichiarati. La loro musica è un raggamuffin rap con sconfinamenti nell’hip hop e nel r&b, sempre decisamente provocatoria, una musica che evidentemente la maggioranza considera socialmente pericolosa. Dove domina il pensiero unico, tutti gli altri possono diventare scomodi o pericolosi, perfino i preti.  Questo gruppo di musicisti ha il merito di essere unico nel suo genere in Italia.

La musica e l’espressività dei 99 Posse sono conseguenza dell’osservazione intelligente dell’ emarginazione sociale, attraverso la musica cercano di ristabilire una sorta di equilibrio morale tra quel tipo di società che non vogliono e che non li vuole e una realtà intrisa di fede: fede nel senso di ideali. Sono lo specchio e la voce di una generazione tormentata, marginale e arrabbiata che vorrebbe dare una ragione e un altro assetto al mondo. La musica per moltissimi ragazzi rappresenta il mezzo più immediato e gratificante per dimenticare una Storia che è certamente sconcertante. I 99 Posse non sono “pericolosi”. Sono antitetici, sono contro, non sono “ortodossi”, sono individui pensanti che vogliono trascendere e magari modificare quello che hanno intorno perché proprio non gli piace. Intellettuali di punta, fanatici comunisti, artisti talentuosi oppure esaltati, comunque li si giudichi ha poca importanza. Li giustifica l’autenticità della loro ansia. Fossi un sindaco, un assessore, uno qualunque di quelli che decidono chi può fare un concerto e chi no, li farei suonare tutte le sere, perché prima di tutto viene la libertà di espressione, prima di tutto viene la democrazia.

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