Voluntary disclosure: qualcosa di simile per far rientrare capitali evasi all’estero c’è anche nel resto d’Europa, per esempio in Germania e in Francia, ma le motivazioni sono diverse. Per i governi stranieri l’obiettivo principale era ed è quello di poter controllare meglio gli evasori e non di premiarli in qualche maniera per la “buona volontà” dimostrata. Un evasore tedesco o francese che si ravvede non ottiene né sconti né trattamenti di cortesia, così lo Stato non perde la propria autorevolezza e soprattutto i cittadini onesti non si sentono trattati da fessi. Invece noi facciamo sempre le cose da italiani, non riusciamo a smentirci: l’ evasore otterrà sconti nel pagamento delle tasse sui capitali rientrati, potrà pagare queste multe spalmandole nel corso di qualche anno e non incorrerà in alcuna sanzione penale. L’idea è stata di Enrico Letta, il governo Renzi l’ha approvata da pochi giorni alla Camera dei deputati e adesso tocca al Senato. Un modo per fare cassa senza cambiare nulla nelle abitudini dell’evasore né nella sua mentalità. L’evasore abituale sa benissimo che ogni tanto il governo opterà per una qualche sanatoria e lui avrà la possibilità di tornare all’ovile senza inguaiarsi e senza subire punizioni. La ciliegina sulla bella torta cucinata dal governo delle larghe intese è che il reato di riciclaggio non sarà applicato a coloro che aderiranno alla voluntary discosure. Renzi si è dato da fare per l’introduzione del reato di autoriciclaggio nel nostro ordinamento , lo ha fatto anche perché la UE insiste da tempo e si mostra impaziente, però ha pensato bene di lasciare il tempo agli evasori, collaboratori volontari, di rientrare senza traumi. E degli accordi con le banche svizzere per la cancellazione del segreto bancario che ne è stato? Ancora niente, la ministra svizzera delle finanze è molto seccata, comincia a stancarsi e si sente un pò presa in giro. Con calma si fa tutto, l’importante per adesso è assicurare alle casse dello Stato qualche miliardo. Pecunia non olet.