E’ una cozza

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E’ una cozza – chi se la piglia quella – quant’è bona – quanto tira – porterà la quarta abbondante – quella è l’amante del capo – che brutte gambe però – è una gatta morta – è grassa – è isterica, ha le sue cose – questa ha fatto carriera perché è un cesso: quante volte al giorno sentiamo dire o pronunciamo queste frasi? Un disastro culturale, ha ragione Sinistra e Libertà, è un vero e proprio disastro culturale quello che sta a monte di tante volgari stupidità che le persone comuni e anche certa stampa dedicano alle donne: le persone comuni per arretratezza, la stampa per incrementare le vendite, tutti insieme sempre a discapito delle donne e della loro dignità. Gli episodi che scandalizzano si ripetono inesorabilmente. Questa volta è toccato a Marianna Madia, fotografata su “Chi” mentre mangia un gelato. La frase che accompagna la sequenza fotografica è “Ci sa fare col gelato”. Un’allusione esplicita e sinceramente molto squallida.

Non è un caso sporadico: la scorsa estate il gossip si è scatenato fino al punto di mostrare il sedere della Boschi e quello della signora Renzi, tutte e due in costume da bagno, per fare un paragone e per decretare quale fosse il lato b più bello. Ma dove siamo arrivati? E perché tutto questo nel nostro paese viene considerato normale? Perché vent’anni di berlusconismo hanno lasciato il segno e prima che la ferita si rimargini e sparisca ci vorranno ancora vent’anni. La nostra società è profondamente maschilista, ancora troppe donne sono maschiliste, spesso non se ne rendono neanche conto.

Ridotta al suo sesso la donna rimane inferiore. Padroni da sempre, gli uomini sono tuttora impegnati a considerare le donne qualcosa di meno, ad appropriarsene, a dirigerle. Si colpiscono le donne della politica perché le loro attitudini – reali o presunte – devono essere messe sempre in secondo piano, contestate, negate. Per quale ragione consideriamo un pò tutti la ministra Boschi  immeritevole? Perché è lo stesso premier ad averla messa in tali condizioni: è evidente che la sua capacità di iniziativa o di creazione è annullata, il ruolo istituzionale non serve ad affrancarla dalla dipendenza dal capo. La stessa cosa accade ad altre giovani donne scelte da Renzi : non risultano credibili quand’anche fossero migliori di lui. Il premier è falsamente emancipato e furbescamente maschlilista, né più né meno di Berlusconi: trattano le donne allo stesso modo, che è un modo non paritario. Il sessismo è un insieme intricato di rappresentazioni appropriative che oggi si tenta di mascherare ma che non è stato scalfito. Non basta il passaggio delle donne da un ruolo di passività a un ruolo attivo. La strada da percorrere è ancora lunghissima.

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