L’arte del paradosso e l’eccesso non sono uguali.

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L’arte del paradosso e l’eccesso non sono uguali. Beppe Grillo lo sa e sa adoperare l’una e ricorrere all’altro con grande abilità.

Si può seguire con molto interesse il M5S o qualsiasi altra formazione politica senza per questo perdere un sano distacco e un atteggiamento critico. Credo che sia importante essere fedeli alle idee e ai valori, non ai partiti, altrimenti si rischia di diventare tifosi o fanatici.

Stavolta parlare di cosa sia più grave tra il post lugubre di Grillo e la pessima gestione del paese da parte degli altri non funziona. Si tratta di due piani completamente diversi, uno culturale ed etico e l’altro meramente politico-aziendale. Grillo ha scelto di utilizzare strumentalmente la Storia tragica per fini politici, per colpire alla pancia e per fare rumore. Un’operazione volgare. Il Pd e gli altri con tutti i loro errori non coprono né annullano la bruttezza del gesto di ieri. Un gesto scientemente architettato a tavolino per farsi attaccare e per poter tuonare che impera l’ipocrisia, per affermare che tutti guardano alla forma per evitare di considerare i contenuti. Quei contenuti si potevano esprimere efficacemente senza usare Levi.

Grillo non è né fascista né antisemita, sicuramente no, però è privo di scrupoli, così tanto da diventare demagogico e opportunista. Mettendo da parte le critiche ufficiali ed evitando i falsi moralismi rimane sempre il nocciolo della questione che credo sia rilevante e preoccupante: la tendenza esplicita a coltivare l’anticultura. Grillo non è interessato a svolgere nessun tipo di funzione culturale, la priorità assoluta per lui è la moralizzazione. Non importa con quali metodi, e non importa se quei metodi annullano le differenze e appiattiscono il pensiero, perché lo scopo è alto, è nobile. Per convincersi di avere sempre ragione è sufficiente battersi per una giusta causa? Se tutti i ragazzi che seguono acriticamente il movimento dovessero imparare la sua lezione di ieri, alla sottocultura del potere se ne sovrapporrà un’altra, quella dell’opposizione che se non è per nulla fascista è senz’altro conformista presumendo il contrario.

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