Che facciamo, buttiamo carta e penna?

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Che facciamo, buttiamo carta e penna?

Nella quotidianità la tastiera la fa da padrona, le ore che si trascorrono per lavoro e per diletto davanti al PC oppure con uno smartphone o un tablet tra le mani sono proprio tante e i nativi digitali a scuola quando scrivono manualmente ormai non usano più il corsivo ma i caratteri a stampatello

Che facciamo, buttiamo carta e penna? Le terremo in un cassetto per ricordo? Nelle scuole pubbliche degli Stati Uniti presto saranno abolite, la scrittura manuale sarà completamente sostituita dalle tastiere e per i bambini imparare a tenere in mano una penna non sarà obbligatorio ma diventerà un’opzione facoltativa. Immagino la scena in classe all’ora del dettato o del tema : tutto un frenetico ticchettìo, come accadeva negli anni ’50 nelle scuole per dattilografe. Immagino che fra trent’anni un ventenne newyorchese che da piccolo scelse l’opzione “scrittura manuale” verrà invitato in tivù a mostrare a tutti come si scrive a mano, come un fenomeno.

Fa un pò impressione, perché se un giorno non lontano questo tipo di semplificazione dovesse espandersi e aumentare fino a diventare una norma i nativi digitali perderebbero completamente l’abitudine a compiere un gesto che racchiude la storia dell’umanità e impugnare una penna per scrivere anche solo una breve annotazione potrebbe essere considerato qualcosa di inutile e di vecchio. Gli statunitensi sono sempre i primi quando si tratta di razionalizzare, però in questo caso c’è da augurarsi che non li si imiti. Scrittura manuale e scrittura digitale stanno bene così, affiancate. Del resto già adesso nella quotidianità la tastiera la fa da padrona, le ore che si trascorrono per lavoro e per diletto davanti al PC oppure con uno smartphone o un tablet tra le mani sono proprio tante e i nativi digitali a scuola quando scrivono manualmente ormai non usano più il corsivo ma i caratteri a stampatello. E’ una questione di memoria visiva: su tutte le tastiere i caratteri sono in stampatello. Quando si vuole scrivere in corsivo per stampare un biglietto o una lettera o un qualunque altro documento basta un clic e la scelta dello stile calligrafico si fa infinita, ce n’é per tutte le esigenze e per tutti i gusti. Quanti insegnanti nelle scuole si occupano ancora di calligrafia? Forse a dare un peso e un’importanza allo stile della scrittura manuale sono rimaste solo le maestre alle elementari, consapevoli del fatto che in seguito i loro sforzi non avranno più alcuna utilità. Non solo: gli errori ortografici che i ragazzi si porteranno appresso per tutta la vita sono una conseguenza dell’abitudine ad abbreviare le parole: chi invia 150 whatsapp al giorno deve sintetizzare, ed è il trionfo della sigla più che della parola.

A giudicare dall’esito di alcuni studi recenti pare che le tre aree del cervello che si attivano quando scriviamo lavorino di più e meglio se usiamo una penna piuttosto che la tastiera. L’ideazione e la memoria, pigiando sui tasti, funzionano poco. Se è vero si tratta di un problema non trascurabile: per facilitarci la vita regrediamo? Rincretiniamo un po’?

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