Isso, essa e ‘o malamente

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Isso, essa e ‘o malamente

Un kolossal da esportare in tutto il mondo val bene l’assenza di giudizio e di critiche

Isso, essa e ‘o malamente. Isso è il magistrato, essa è la Cattleya  e ‘o malamente è il camorrista in questa squallida vicenda di cui abbiamo parlato ieri e che ormai è nota a tutti. Che figuraccia! Se pensiamo che la società civile nonché i media hanno gridato compatti allo scandalo, alla sottomissione, alla connivenza e si sono indignati per la processione della vergogna a Oppido Mamertina non possiamo che constatare la nostra ipocrisia: si usano sempre due pesi e due misure per valutare le cose. Un kolossal da esportare in tutto il mondo val bene l’assenza di giudizio e di critiche. Ci fosse un solo giornale – a parte il Fatto Quotidiano – che dica un mah, un bah, niente. Ci si limita a rendicontare l’accaduto, a far circolare la smentita di Cattleya, ma nessuno che faccia un commento in merito alla più che discutibile scelta di andare a chiedere a un camorrista di spicco di affittare la sua villa per girare la serie. Ma ci rendiamo conto? Non ci sono parole. Chi se ne frega, avrà pensato la produzione, dove la troviamo una location così perfetta per farci vivere i boss finti? I Gallo, quelli veri, sloggiano per un pò e lasciano la villa ai Savastano. Perfetto, non fa una piega, è iperrealismo! Le conseguenze di una tale scelleratezza  le abbiamo davanti. Cattleya ha dato pure una mazzetta a due vigili napoletani per poter girare delle scene in una strada di Napoli per la quale non vi era il benestare del sindaco De Magistris. La morale della storia non c’è. Il senso etico è morto, talmente morto che un grande scrittore come Saviano, per tutto ciò che rappresenta, senza entrare nel merito delle indagini dovrebbe almeno comporre un epitaffio per farci sentire tutti meglio.

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