La Giannini in topless

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La Giannini in topless

La Giannini in topless. Si può fare. Oppure no? La ministra fotografata da CHI mentre prende il sole senza reggiseno è stata poco criticata e molto difesa. Soprattutto dalle donne: che c’è di strano, che c’è di male? Aveva voglia di farlo e l’ha fatto, punto. Nel tempo libero l’etichetta e il protocollo che c’entrano? C’entrano, eccome. E’ la prima volta che accade, c’è sempre una prima volta. Non ci risultano episodi analoghi che riguardino le donne di governo europee. Certo – scrive sul Corriere delle Sera Chiara Maffoletti – se la stessa cosa l’avesse fatta una ministra più giovane e più bella, per esempio la Boschi o la Madia, le polemiche e le discussioni si sarebbero protratte per settimane, si sarebbe sollevato un polverone. Praticamente, secondo la giornalista, è la bellezza che fa scandalo e che può rendere inopportuno un seno nudo, niente altro. Come italiana questa idea mi offende, avalla la tesi che saremmo tutti cretini e che dell’emancipazione femminile abbiamo fatto polpette, distorcendone e svilendone il significato ed il valore. La Maffoletti inoltre avrebbe dovuto puntualizzare che il polverone sui seni delle ministre giovani e belle, nel caso,  l’avrebbero sollevato e alimentato solo i giornalisti, non certo i cittadini. Se fossi la Giannini poi mi risentirei: il suo seno è ben fatto, molto gradevole alla vista, e non è detto che il seno di una trentenne debba essere per forza migliore. Mi stupisce la superficialità di questi discorsi estetici, se li facciamo noi donne è anche peggio. La questione è un’altra, è più seria, e con l’estetica e la giovinezza non ha proprio niente a che fare. Si tratta di senso dell’opportunità, di rispetto per il ruolo pubblico e istituzionale che si ricopre, e di rispetto per le Istituzioni tout court, Istituzioni con la i maiuscola. Mi sembra di sentire nelle orecchie un coro di voci : il rispetto per le istituzioni è ben altro, e la corruzione?! e le menzogne?! e i diritti dei cittadini calpestati?! Ma chi sssei, Catone il censore? Abbiamo capito, dato che tutto è scaduto, marcio, rovinato, il seno al vento di una ministra che prende il sole in spiaggia è il meno, può andare, si può fare. Niente affatto. I nostri governanti non ricoprono quelle cariche per fare il funerale al decoro e alla deontologia, dovrebbero anzi reinventarli, resuscitarli, scavare per riedificare il senso dello Stato e perseguire un rigore che è anche formale, pazienza se per conservarlo devono rinunciare a qualche piccola libertà. E’ il minimo che compete loro, donne e uomini. Questi ultimi vanno in giro scamiciati, con le maniche della camicia arrotolate, fanno i comizi in maglietta, twittano #maddeche e usano il linguaggio comune dei ventenni, ma non si capisce il senso di questi atteggiamenti : sono anticonformismi di facciata, ipocrisie il cui unico risultato si riduce ad abbassare sempre di più l’asticella della noncuranza. Forma e sostanza sono la stessa cosa, inscindibili. Se mi devi dire che aumenterai le tasse e che non ci sono soldi per pagare i pensionati non puoi farlo con la camicia sgualcita che ti esce dai pantaloni, diventi solo meno credibile e meno autorevole di quel che sei, e intanto continui a trattarmi come un suddito. Mettetevi in giacca e cravatta signori, mettetevi in tailleur, signore (anche gli impiegati di banca sono obbligati a farlo), e anche nel tempo libero ricordate che cosa rappresentate e abbiate un contegno riservato. Noblesse oblige.

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