Greta e Vanessa ci riprovano?

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Greta e Vanessa ci riprovano?

Un’intervista a Vanessa apparsa su La Repubblica ha creato una serie di equivoci: la ragazza e i suoi familiari asseriscono che il giornalista Paolo Berizzi abbia inventato e distorto le parole di Vanessa, ma non solo: pare che non avesse ricevuto alcuna autorizzazione a rendere pubblica quella che era solo una chiacchierata. Berizzi dal canto suo racconta di aver riportato fedelmente le parole della ragazza, convinto di poterlo fare.

Greta e Vanessa ci riprovano? Non si sa, c’è chi dice si, ma finché non ripartiranno per la Siria è bene non esprimere pareri e prendere le notizie per quel che sono: ipotesi. La sola cosa certa è che le due amiche sono orgogliose di quel che hanno fatto, non hanno nulla di cui scusarsi ma hanno molto patito – fino al punto di chiudersi in un guscio protettivo – le accuse e le dure critiche degli italiani, i quali sono stati spesso impietosi, talvolta per ragioni politiche e strumentali, nella maggioranza dei casi per pura e semplice obiettività. E si, perché il caso onestamente si prestava facilmente al giudizio e non c’era bisogno di ascoltare i rozzi commenti del solito Salvini o di certi giornalisti per ragionare sull’assurdità di un viaggio estremamente pericoloso, affrontato senza prendere precauzioni e senza l’appoggio dovuto. Aggredire verbalmente due giovanissime spericolate e piene di ideali e di idee confuse su una realtà complessa non è mai una cosa buona. Non è bene neppure lodarle e tentare di farle passare per eroine, esempi di coraggioso altruismo da emulare. La spinta interiore a occuparsi dei più sfortunati delle terra rappresenta il più alto sentimento degli esseri umani, eppure nel caso di Greta e Vanessa lo slancio non annulla i difetti dell’impulsività, gli errori che da quell’incoscienza sono scaturiti.

La stampa purtroppo in Italia non riesce mai a trattenersi dall’essere enfatica ed esagerata, e così Greta e Vanessa diventarono per una settimana ciò che non sono e non saranno mai: cretine o sante, pazze o sagge, furbette o boccalone secondo la discrezionalità del giornale o del giornalista che affrontava l’argomento. Mi ricordo un chiasso mediatico abnorme: veniva voglia di domandarsi il perché di tanta partigianeria, veniva voglia di domandarsi perché nessuno raccontasse i fatti o le persone semplicemente per quel che erano. La lotta tra fazioni avverse allontana sempre la verità e la sobrietà, non c’è niente da fare. Ora c’è da augurarsi che se le ragazze decidessero di tornare in Siria lo facessero con modalità diverse, rispettando tutte le regole. Ognuno è padrone di sé. Sicuramente Greta e Vanessa sanno che ormai la metà della popolazione siriana è fuggita: per aiutare i profughi stavolta possono affrontare un viaggio molto molto più breve.

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