Sentinelle in piedi

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Sentinelle in piedi in 100 città italiane hanno testimoniato in silenzio che la famiglia tradizionale è importante e va protetta. D’accordo, e da che cosa bisogna proteggerla? Dalla crisi che essa stessa al suo interno sta sperimentando, e non da altro. Se gli omosessuali possono godere come tutti dei diritti che sono dovuti e sacrosanti la società non può che migliorare, non può che progredire e crescere culturalmente. Un paese chiuso che non è capace di accettare la diversità di genere è un paese asfittico e crudele. Di cosa hanno paura i cattolici integralisti? Cosa c’entra l’acquisizione di un diritto con la stabilità della famiglia? Gli omofobi dovrebbero aver paura della loro stessa paura, dovrebbero temere di avere accanto sentinelle in piedi che rappresentano l’estrema destra e che con la loro presenza sostengono valori pesanti: discriminazione, violenza, persecuzione, intolleranza. Di questo un cattolico dovrebbe spaventarsi, e molto.

La Chiesa ha il dovere di tutelare i propri principi ma ha anche il compito di aiutare i fedeli oltranzisti a interrogarsi, a capire, ad accettare e ad amare. Se stringe un patto  con gli intolleranti dimostra di non voler colmare il vuoto di carità e di cultura che Pasolini denunciava già negli anni ’70. La famiglia – e la Chiesa ne è consapevole – malgrado tutte le sue disfunzioni non ha rivali e resta il solo centro concreto da cui la società prende forza: è la famiglia che assicura stabilità sociale, è la famiglia che consuma e produce, è la famiglia che concretizza  i bisogni e le scelte obbligate che una società di massa esige. Non sono e non saranno mai gli omosessuali a infrangere il fortino, sarebbe sufficiente dare un’occhiata agli Stati Uniti, e a tutti quei paesi per i quali il rispetto anche formale e pratico delle minoranze è una virtù.   

La manifestazione di domenica scorsa – alla quale qualcuno ha reagito scompostamente e stupidamente – evoca l’insulto e l’ignoranza, è oscurantista, non va presa alla leggera e non va liquidata come un fatto di costume, folkloristico e innocuo. Non è neanche possibile dar credito alla tesi secondo la quale esprimere dissenso nei confronti degli omosessuali sarebbe un diritto. Nessuno ha il diritto di considerare un’ altra persona come meritevole di disprezzo, perché alla fine di questo si tratta: se non mi piaci e non voglio che tu sia trattato esattamente come me significa che ti considero indegno, immeritevole, un pericolo, un paria. La libertà di opinione non può sfociare nel razzismo. La massa degli intolleranti va educata, e questo è un obbligo morale delle istituzioni politiche ed ecclesiastiche. Non bastano atti formali né brevi e superficiali dichiarazioni sulla dignità di tutti gli uomini, occorre prendere le distanze con chiarezza da ogni rivendicazione che in sé porta il germe della riserva mentale e della brutalità, dell’inciviltà, dell’estremismo. 

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