Tsipras e Putin si incontrano

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Tsipras e Putin si incontrano

La questione greca ha vivacizzato ancora di più il dibattito tra gli economisti a favore della moneta unica e quelli che ritengono l’euro un esperimento fallimentare destinato a concludersi . I Keynesiani da un lato, i no-euro dall’altro, mentre i cittadini europei, confusi e spaventati, stanno al centro e cercano di farsi un’opinione, ma non è semplice avere le idee chiare : l’informazione univoca e la crisi economica spingono gli individui a preferire lo status quo, anche in Grecia.

Tsipras e Putin si incontrano. La soluzione ai gravissimi problemi della Grecia e la possibilità di scongiurare una guerra civile a causa della miseria può arrivare dalla Russia? Ogni giorno a proposito della Grecia si levano più voci dissonanti nell’indicazione delle strade da percorrere: default, Grexit, introduzione di una moneta parallela all’euro, Putin. Nessuno tra i più autorevoli esperti fa riferimento all’ipotesi che Tsipras possa accettare di rispettare le regole imposte da Bruxelles, Francoforte e Berlino: è evidente che perseguire ancora una politica di austerità non permetterebbe alla Grecia di risanare la propria economia né di pagare i suoi debiti, ed è d’altra parte altrettanto evidente che restare nell’eurozona senza l’austerità non è possibile. L’idea di fondo che pervade il giudizio e determina le posizioni intransigenti e molto rigide dell’eurogruppo nei confronti della Grecia è più o meno questa: i creditori hanno diritto a chiedere garanzie e a dettare le regole ai loro debitori, punto.

Apparentemente il ragionamento fila, ma gli errori che sono stati fatti non si possono ignorare. Nel 2010 di fatto la Grecia è uscita praticamente dal mercato dopo aver chiesto troppo denaro in prestito. Piuttosto che decidere di imporre la troika al paese, le autorità europee avrebbero dovuto applicare semplicemente una regola del Trattato di Maastricht: il non salvataggio. E’ quanto afferma Philippe Legrain, che è stato uno dei fautori più convinti della moneta unica nonché consigliere economico della commissione europea. Allo stato attuale della crisi di competitività e del calo di investimenti all’interno della UE l’opinione di Legrain è radicalmente cambiata: egli ritiene le politiche dell’eurozona antidemocratiche, e crede che la UE nel caso della Grecia abbia ignorato il non salvataggio per mero interesse. Scrive : “… hanno deciso di far finta che la Grecia stesse semplicemente attraversando temporanee difficoltà di finanziamento. Hanno quindi violato la regola del non-salvataggio prestando al governo greco il denaro dei contribuenti europei, apparentemente per motivi di solidarietà, ma in realtà al fine di salvare i suoi creditori, in particolare le banche francesi e tedesche.” 

 

Il non salvataggio avrebbe consentito alla Grecia di ottenere dal FMI la ristrutturazione del debito in primo luogo, e successivamente un prestito finanziario fino alla ripresa, che in questa maniera sarebbe stata possibile, faticosa ma possibile, sempre secondo l’opinione di Legrain. Cinque anni di troika hanno definitivamente allontanato la prospettiva di risolvere la situazione e come tutti sanno hanno provocato una crisi umanitaria senza precedenti. Il caso greco – comunque vadano le cose – riguarda tutti i paesi membri, e sta vivacizzando il dibattito tra economisti ed esperti che hanno diversi punti di vista. Legrain è un esponente della corrente di pensiero dei post-keynesiani, come Paul Krugman: per loro il problema principale è l’austerità, e basterebbe eliminarla per migliorare le disfunzioni e far cambiare verso alla UE. Altri invece considerano tali posizioni illusorie e false, e ritengono che la causa del disastro europeo sia proprio la moneta unica così come è stata concepita. Alberto Bagnai ci ricorda che “Questa è la prima volta nella storia dell’umanità che viene adottato un sistema di tasso di cambio centro-periferia che non preveda alcun tipo di riallineamento nominale”.  Per Bagnai l’euro deve sparire, e le spiegazioni dettagliate e chiare che fornisce a tale proposito sono comprensibili anche a un profano. La sua è una delle poche voci autorevoli fuori dal coro, in totale contrasto con le idee riformiste dei keynesiani – Tsipras compreso – che a suo parere sono basate su un grosso equivoco.

 

Fonte: voci dall’estero

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