Un grafico è meglio delle parole

Share

GreeceWeimar

Un grafico è meglio delle parole

Athenae delenda est, ha scritto Paul Kraugman in un articolo sul NY Times: se la Grecia accetta di firmare l’accordo così come l’ha configurato l’eurogruppo muore, e se non lo accetta muore lo stesso. La sola possibilità di ripresa per il paese è che la UE ascolti le proposte di Tsipras, ma nessuno ha intenzione di farlo.

Un grafico è meglio delle parole per capire la situazione greca. Quello qui sopra l’ho trovato in un articolo di Paul Krugman sul NY Times del 15 febbraio e indica le condizioni in cui si trovava la Germania nel periodo della prima guerra mondiale (blu) e le condizioni economiche della Grecia (rosso) in questi ultimi 7 anni. Si può notare che la cura dell’austerità e la troika hanno ridotto il paese in un tale stato di povertà che la linea rossa, alla fine, scende al di sotto di quella di un paese sconfitto che aveva sopportato le conseguenze disastrose di un conflitto mondiale. 

Ora, come si può ritenere possibile che la Grecia triplichi le dimensioni del suo avanzo primario? Quanto masochisti e stupidi dovrebbero essere i greci per firmare a Bruxelles un accordo che ripropone le stesse condizioni che Samaras aveva accettato? Secondo la UE non vi è alternativa, Tsipras deve prendere o lasciare, e se lascia deve rinunciare ovviamente anche all’ultimo pacco di miliardi (7) previsti dal programma di sostegno che scadrà a fine febbraio. Questo trattamento è crudele ed estremamente irragionevole, serve soprattutto da monito: la UE vuole dimostrare a tutti che chi non accetta di sottoscrivere patti impossibili è fuori, va via, esce dall’euro e finisce in malora. In malora la Grecia ci è già finita, e se dovesse perseguire la politica di austerità del precedente governo starebbe ancora peggio e non potrebbe mai e poi mai risollevarsi. Il succo della questione, così come l’ha posta la UE, è che la Grecia comunque vada sarà distrutta. Il solo modo per evitare di farla cadere definitivamente in un baratro è ascoltare le proposte e le richieste che il nuovo governo greco ha posto sul tavolo, proposte serie e fattibili che consentirebbero all’economia reale di riprendersi poco a poco e che non sono state assolutamente prese in considerazione.

“Per molti, quelle carriole piene di banconote rimangono l’ultimo spauracchio da agitare, nonostante siano gli stessi che da anni si stanno sbagliando su tutto.” Queste sono le sante parole di Krugman nel suo articolo. Krugman è stato premio Nobel per l’economia nel 2008, è un neo-keynesiano che critica aspramente le trattative tra eurogruppo e Tsypras, ritenendo i diktat europei simili ad atti di bullismo, inaccettabili per un paese come la Grecia. Schaeuble continua a dire che chi ha vissuto al di sopra dei propri mezzi non può avanzare richieste. E’ una menzogna, che come tutte le menzogne finisce con l’essere ritenuta una verità da tutti soltanto perché la ripetono all’infinito. Il rapporto debito/Pil con l’austerità non fa altro che peggiorare, il debito pubblico aumenta a dismisura, è un dato inconfutabile. Questo naturalmente mette in allarme i mercati finanziari che spaventati corrono subito ai ripari, e cosa fanno? Alzano i tassi di interesse. E’ chiaro che in questo modo un paese in sofferenza finisce in ginocchio e più fa sacrifici più la situazione precipita. Andare avanti così che senso ha?

Share
Precedente Chiacchierata con un emigrato italiano Successivo I dipendenti di OBI diventano cagnolini