Il contagio aumenta e il silenzio persiste

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Il contagio aumenta e il silenzio persiste

Informazione e prevenzione sono fondamentali per evitare i contagi. I giovanissimi credono di essere al riparo perché di AIDS non si parla più.

Il contagio aumenta e il silenzio persiste. Il 1 dicembre è la giornata mondiale della lotta all’AIDS. Non mi piacciono le celebrazioni, ma questa è una giornata importante: serve a ricordare che nessuno si ricorda di fare campagne per la prevenzione, e che nessuno si premura di raccontare quanti ancora ne muoiono, quanti contagiati si contano ogni anno, quanto gravi siano le mancanze da parte dei ministri della salute – nessuno escluso – che nel corso del tempo hanno trascurato il problema. Serve infine a ricordare o a far conoscere a tutti la vergognosa saga del vaccino, dal trionfalismo al nulla di fatto.

L’AIDS non è uscito di scena ma moltissimi ragazzi e ragazze sono convinti del contrario: non sentendone parlare credono di essere al riparo. Dunque bisognerebbe fare in modo che questa data abbia un senso e che non sia inutile. A luglio l’OMS ha lanciato l’allarme: i casi di infezione da virus HIV sono in crescita ovunque. Gli adulti sono più consapevoli, i giovanissimi no, e sono proprio loro i soggetti più a rischio. Se non si parla del problema a scuola, in televisione, sulla carta stampata, in famiglia, si fa un favore alle case farmaceutiche e alla chiesa cattolica e si danneggia la comunità. Il peccato di omissione è gravissimo. Parliamo di cifre, quelle che riguardano il nostro paese, ultimo in graduatoria in fatto di prevenzione: in Italia ci sono circa 4mila nuovi infettati ogni anno, gli eterosessuali colpiti nel 2012 erano già aumentati del 42,7% nel 2012 mentre tra gli omosessuali  – sempre nel 2012 – si registrava un incremento del 37,9%.

Per la fascia d’età che va dai 16 ai 25 anni i contagi aumentano del 25% ogni anno, e di questo dato sono colpevoli tutte le istituzioni. Si finge di non vedere che i comportamenti sessuali sono cambiati, che una vita sessuale attiva a 14 anni è un dato di fatto, si finge di non capire che è obbligatorio martellare i ragazzi dalla mattina alla sera con l’argomento rapporti protetti: siamo talmente puritani, ipocriti e sessuofobici da evitare la parola preservativo come la peste. Non ci sono commenti da fare, si può solo prendere atto di una situazione alla quale sarebbe semplice porre rimedio, basterebbe volerlo. Basterebbe impegnarsi affinché il test per il controllo HIV diventasse una norma e non un’eccezione, basterebbe impegnarsi a non far mancare i fondi necessari per le cure di chi è già malato e deve ricorrere ai farmaci antiretrovirali che sono costosi: con la crisi si corre il serio rischio di arrivare a un punto in cui solo i più agiati avrebbero accesso alle cure.

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