Chi ha ucciso Davide?

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Chi ha ucciso Davide? Sull’omicidio del diciassettenne Davide Bifolco a Napoli ha detto tutto quel che c’era da dire Roberto Saviano, e dispiace che nulla cambi da troppo tempo. C’è solo un particolare sul quale varrebbe la pena riflettere: il carabiniere che ha sparato ad altezza d’uomo ha 22 anni, cinque più di Davide. Alle forze dell’ordine mancano sostegni, mancano i mezzi, manca ormai anche la preparazione adeguata e questo è gravissimo oltre che pericoloso per tutti i cittadini. Non pensiamo soltanto alle realtà degradate di cui ogni grande città purtroppo è provvista, perché è un modo per circoscrivere il fenomeno della violenza “casuale” ed eccessiva da parte delle forze dell’ordine. Si commettono errori irreparabili per molte ragioni, due delle quali nella Polizia di Stato non dovrebbero esistere : ignoranza e inesperienza. Pensiamo alle tante storie di pestaggi finiti in tragedia per niente come nel caso Aldrovandi  oppure ai casi come quello di Gabriele Sandri. Un carabiniere di 22 anni con un’arma fra le mani, spaventato alla sola idea di trovarsi – forse, non si sa mai – di fronte a un gruppetto di criminali o di giovani strafatti di cocaina non regge a quella tensione, non ha nessuna possibilità di appellarsi alla freddezza che l’esperienza insegna e non mira alla gamba del povero Davide: spara dritto davanti a sé come ha imparato al poligono. Viaggiano col buio come ombre, le paure, e bisogna saperle governare come un chirurgo governa il suo bisturi, altrimenti non si esce in pattuglia con la pistola nella fondina, si sta in ufficio.

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